Scuola pubblica e menzogne private

Autore:
Massimiliano Grimaldi
  • Direttore responsabile

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La scuola pubblica italiana, si sa, brancola nel buio più pesto. C’è una cosa però che fa rabbia a non poche persone, che siano o meno addette ai lavori: chi più si prodiga a mandarla in rovina fa l’impossibile per ribaltare alla vista del popolo la realtà delle cose, con parole assolutamente prive di fondamento, anzi, piene del fondamento opposto! (che potere, quella scatola a telecomando piena di colori!) Insomma, come un ladro che vi ruba la macchina dicendovi che così potrete fare a meno di spender soldi per il meccanico!

È proprio quello che succede in questo paese: i finanziamenti per la scuola pubblica sono in costante diminuzione dal 2001, mentre quelli per la scuola privata sono in costante aumento dal 2000, nonostante la scarsa qualità e gli ormai accreditati insuccessi di quest’ultima nei confronti della scuola pubblica. Basta pensare che dal 2001 al 2011 i fondi per il miglioramento dell’offerta formativa sono diminuiti da circa 259 milioni a meno di 88; parallelamente, dal 2000 al 2011 i fondi a carico dello Stato destinati alle scuole non statali sono saliti da 297 a 528 milioni.

Guardiamo qualche altro dato. Dall’anno scolastico a venire ci saranno circa 19.700 docenti in meno ed un taglio al personale ATA di 14.500 unità, tagli che si andranno ad aggiungere a quelli già operati negli anni precedenti. Pensate che basti?! Ricredetevi.

Facendo una percentuale con il PIL, l’Italia è il paese che investe meno nella scuola e quello che toglie più viveri alla ricerca, tant’è che dai prossimi mesi saranno in bilico molti assegni di ricerca, molti progetti e con essi molti futuri! Non basta ancora: il ministro dell’istruzione ha affermato con molta nonchalance che la retribuzione dei docenti italiani è tra le più bassa d’Europa (forse davanti soltanto a paesi appena indipendenti e leggermente industrializzati); tuttavia lo stesso ministro ha bloccato qualche mese fa gli scatti di anzianità del personale scolastico, e non si parli di aumento degli stipendi base! Ora, dopo tutte queste notizie, speriamo solo di vedere presto un po’ di luce, e non me ne vogliate per aver scritto ministro con la emme minuscola…