Neoidealismo

In Italia (e soprattutto a Napoli) agli inizi del novecento si riprendono, come reazione al positivismo, le teorie dell’idealismo, portate in Italia da Bertrando Spaventa. In Italia in questo periodo si era verificato un periodo di intenso sviluppo, soprattutto sotto il governo di Giolitti. A questo seguì la prima guerra mondiale, il dopoguerra e l’avvento del Fascismo, e la seconda guerra mondiale. Culturalmente assistiamo, grazie all’enorme sviluppo della stampa, al nascere di moltissime riviste letterarie. Si ha una nuova concezione dell’intellettuale politicamente impegnato (filosofia militante). Le due maggiori figure del Neoidealismo Italiano furono Giovanni Gentile e Benedetto Croce. Mentre Gentile sottolinea il soggettivismo ed e’ quindi piu’ vicino a Ficthe, Croce sottolinea lo storicismo ed e’ piu’ vicino ad Hegel. Molta influenza e’ esercitata anche dalle teorie di Vico. Vico sosteneva che l’uomo puo’ conoscere solo quello che ha egli stesso prodotto. Quindi all’uomo risulta inaccessibile la natura, opera di Dio, mentre gli e’ possibile conoscere la storia.