Giovanni Verga – La roba
La roba è una breve novella di Giovanni Verga appartenente al ciclo delle Novelle Rusticane. Essa parla dell’ossessione di un uomo, tale Mazzarò, il quale spende la vita pensando ai modi di ammucchiare quanti più averi possibili.
La novella comincia con un uomo che deve affrontare una strada lunga a perdita d’occhio. Per non addormentarsi chiede alle persone che incontra di chi fosse questo o quel terreno, e la risposta è sempre la stessa: Di Mazzarò! Come dice Verga, si ha quasi l’impressione di camminare sulla pancia di questo Mazzarò!
Mazzarò è dapprima un bracciante, analfabeta, uno che vive la terra col guardiano alle spalle che lo frusta se alza la schiena per riposarsi un secondo; ma il suo padrone non è scaltro e non sa tenersi la roba, così che poco a poco Mazzarò accumula ricchezze (talvolta rubando al suo padrone poco accorto) e compra gli averi stessi del suo padrone. Diventa così egli stesso un signore, ma resta schiavo della sua smania di avere. Egli infatti mangia pane e cipolla pur potendosi permettere ogni sorta di cibo, non ha vizi, non tira il tabacco (eppure ne produce in quantità!), non ha una famiglia né alcun tipo di affetto, e al funerale della madre piange solo sui i soldi versati per la tumulazione! Così passa la vita ad accrescere i suoi possedimenti, a comprare terre a destra e a manca (non ad accumulare denaro!) con lo scopo di averne, un giorno, addirittura più del Re!
La novella dunque è totalmente centrata sul ritratto vivissimo della roba di Mazzarò e della sua ossessione; si conclude nella disperazione di Mazzarò, il quale, vedendo i suoi giorni finire, accusa addirittura un bambino che non ha niente di avere ancora una vita lunga da vivere, mentre lui, ricco e possidente, è sul punto di morire… ma ha ancora la forza di chiedere alla sua roba di seguirlo nella tomba!