Fascismo

fascismoIn Italia il dopoguerra si presentava come un periodo molto difficile che fu denso di cambiamenti politici e sociali. La guerra aveva ingrossato la burocrazia e fatto affermare l’industria pesante, sostenuta pero’ dalle commesse statali e dalle banche. Essa aveva inoltre accentuato il divario economico fra il nord e il sud del paese e rafforzato nelle masse il sentimento nazionale per la vittoria mutilata e il senso di cameratismo. Numerosi, in questo periodo, furono inoltre gli scioperi.

Alle prime elezioni (con metodo proporzionale) sul panorama politico si affacciavano due nuovi partiti: il Partito Popolare Italiano, fondato da Don Luigi Sturzo e di ispirazione cattolico moderata, e i fasci di combattimento (poi divenuti Partito Nazionale Fascista) fondati da Benito Mussolini, costituiti in una sorta di formazione paramilitare (le squadre fasciste) che ottennero subito il sostegno dei grandi latifondisti per lo scontro con la classe operaia.
Alle elezioni si ebbe un grande successo del partito socialista che, pero’, sulla spinta dei fatti russi, non seppe governare al meglio in quanto al suo interno era diviso in massimalisti e rivoluzionari. Vista la difficile politica situazione fu richiamato al governo Giolitti che subito si impegno’ nel firmare il trattato di Rapallo con la Jugoslavia, per risolvere la questione fiumana. Egli dovette poi affrontare un serie di scioperi e di occupazioni di fabbriche. Seguendo la linea politica gia’ collaudata negli anni precedenti la guerra, il governo non intervenne lasciando che lo sciopero si esaurisse da se’. Giolitti alle nuove elezioni non esito’ ad allearsi con i Fascisti che intanto si erano trasformati in vero e proprio partito.
Le elezioni vengono vinte dai socialisti e al governo sale Bonomi prima e Facta poi. Proprio sotto il governo Facta si ha l’avvento del Fascismo. Mussolini, infatti, sostenuto dai grandi latifondisti ed industriali italiani, organizza la marcia su Roma. Il primo ministro Facta chiese al Re la firma dello stato d’assedio ma egli rifiuto affidando a Mussolini l’incarico di formare il nuovo governo. Il primo governo Mussolini fu dunque un governo di minoranza nel quale erano presenti sia esponenti liberali che cattolici. I primi provvedimenti presi dal nuovo governo furono la creazione di una milizia volontaria per la sicurezza nazionale, la riduzione del numero di dipendenti statali e la privatizzazione delle telecomunicazioni. L’economia italiana ricomincio’ così a risollevarsi. Prima delle nuove elezioni il governo approvo la nuova legge elettorale Acerbo che stabiliva un premio di maggioranza per il partito che otteneva la maggioranza dei voti. Le elezioni, in cui i fascisti si schierarono al fianco dei cattolici, portarono alla vittoria di Mussolini. La denuncia di brogli elettorali da parte del deputato socialista Giacomo Matteotti, porto’ all’assassinio di quest’ultimo ad opera di alcuni membri delle squadre fasciste. Con il delitto Matteotti il governo Mussolini ando’ in crisi rischiando di cadere ma si salvo’ grazie all’intervento regio che gli rinnovo’ la fiducia. Da lì a poco il governo divenne regime.
Appena arriva al potere il Fascismo da il via al fascistizzazione dello stato italiano tramite le cosiddette leggi fascistissime. Vengono, infatti, posti subito dei limiti alla liberta’ di stampa, di associazione e di opinione, gli altri partiti e i sindacati non fascisti vengono soppressi, gli antifascisti sono relegati al confino e viene emanato un nuovo codice di giustizia (codice Rocco). L’esecutivo rafforza i suoi poteri e le amministrazioni divengono di nomina governativa, la gerarchia dello stato inizia a coincidere con quella del partito. Il gran consiglio del fascismo, infatti va a sostituire la camera e le elezioni si presentano con un’unica lista di fascisti. Viene, inoltre, istituita una polizia segreta a servizi del governo (O.V.R.A.) mentre i mass – media diffondono il consenso. I sindacati e il diritto di sciopero vengono aboliti ed al loro posto istituite le corporazioni, che si presentavano come unico organo di mediazione fra il datore di lavoro ed il lavoratore. Si arriva all’accordo con la chiesa, i patti Lateranensi, che porta alla confessione dello stato italiano.
Per quanto riguarda la politica economica, inizialmente si ha una scelta liberistica, dettata dall’allora ministro Volpi Di Misurata, ma poi si compie la scelta protezionistica per difendere la produzione interna e abbassare l’inflazione. Famosa in questo periodo e’ la battaglia del grano, portata avanti dal regime per aumentare la produzione cerealicola, e l’obiettivo di raggiungere la quota novanta per la lira rispetto alla sterlina. Dopo un’iniziale shock l’economia italiana da’ segni di ripresa ma su di essa si abbattono i disastrosi effetti della crisi del ventinove. Contro la crisi lo stato fascista prende molti provvedimenti. Vengono incrementati i lavori pubblici, soprattutto la bonifica di zone paludose e la costruzione di nuove citta’, per dare lavoro ai numerosi disoccupati, mentre per sostenere le imprese viene fondata l’I.M.I. e per le banche l’I.R.I.. Si da il via al processo che viene detto di autarchia, in quanto si mira a raggiungere l’autosufficienza agricola e industriale dello stato.
Nella politica estera il regime in un primo momento cerca l’alleanza con la Francia e l’Inghilterra e stipula l’accordo con la Jugoslavia per Fiume, ma in seguito alla condanna della societa’ delle nazioni per l’aggressione dell’Italia all’Etiopia e all’Albania, che porteranno alla proclamazione dell’impero fascista, cerca l’alleanza con la Germania nazista (asse Roma Berlino) e la Spagna franchista.
Mentre da un lato il regime aveva l’appoggio dei ceti medi e degli industriali (per Nazionalismo e rispetto trazione) e della monarchia, un grosso ostacolo al suo completo potere fu la chiesa e l’antifascismo. Molti dissidenti, esiliati e imprigionati, ridotti alla clandestinita’ si unirono in formazioni antifasciste come Giustizia e Liberta’ e i Fronti Popolari.smo Fascismo

Mentre nel fascismo la gerarchia dello stato corrispondeva con quella del partito, il Nazismo mantenne ben netta la distinzione dalle istituzioni

Mentre il Fascismo conservo’ l’istituto monarchico da cui riceveva l’autorita’, nel Nazismo e’ Hitler ad accentrare nelle sue mani tutte le cariche dello stato.

Mentre il Nazismo e’ alimentato da una chiara matrice xenofoba e antisemita, questa, almeno in un primo momento e’ assente nel Fascismo italiano.