Cesare Battisti

Autore:
Massimiliano Grimaldi
  • Direttore responsabile

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Chi è Cesare Battisti?

Cesare Battisti è stato un patriota, giornalista, geografo, politico socialista e irredentista italiano.
Pertanto, ogni qual volta ci si imbatte in una strada dedicata a Cesare Battisti, è a lui, e non al terrorista degli anni di piombo, che deve andare il pensiero.

Cesare Battisti nacque a Trento il 4 febbraio 1875, all’epoca in cui la città era ancora sotto il dominio austriaco. Frequentò il liceo classico di Trento, spese qualche anno a Graz (dove fondò un giornale filo-marxista immediatamente censurato), quindi approdò a Firenze dove si laureò in lettere ed in geografia.
Tornato a Trento si occupò di problemi sociali e politici, primo fra tutti l’autonomia del Trentino dagli austriaci.
Appena scoppiò la Grande Guerra si rifugiò in Italia, continuò la sua politica contro l’impero austro-ungarico fino ad arruolarsi volontario tra gli Alpini appena l’Italia entrò in guerra. Nel 1916, al comando di una compagnia, ricevette l’ordine di occupare il monte Corno di Vallarsa, che era nelle mani austriache. Nell’operazione molti suo commilitoni morirono, mentre lui ed altri furono fatti prigionieri.

La cattura, così come il processo, fu una vera e propria propaganda per l’impero. Cesare Battisti venne portato l’11 luglio 1916 nella città di Trento su di un carretto, così da essere bersaglio di insulti, sputi e diffamazioni di milizie e cittadini; il giorno dopo subì un processo senza che gli venisse accordata la difesa; durante tutto il processo non negò mai di aver fatto politica contro gli austriaci, né di essersi arruolato tra gli italiani, né, infine, di credere, anche sotto processo, che il Trentino doveva essere per diritto una provincia del regno d’Italia. Il giorno stesso (12 luglio 1916) fu eseguita la condanna a morte per impiccagione.

Morte di Cesare Battisti

La sua morte, esposta in piazza in tutta la sua crudeltà, doveva quindi essere un monito per tutti coloro che condividevano le sue stesse idee irredentiste. Gli fu negata infatti la fucilazione, così come gli fu negato di scrivere alla famiglia prima di morire. Ma non fu tutto. Il boia, giunto direttamente da Vienna, era già in città prima del processo; la corda con cui fu impiccato la prima volta si spezzò, ed invece di concedergli la grazia (come era di solito) ripeté la sentenza con una nuova corda, quella adatta che aveva messo da parte, sapendo già che la prima si sarebbe spezzata. Tutto, insomma, per una cruda e scellerata pubblicità imperiale.

Cesare Battisti morì al grido di Viva Trento italiana! Viva l’Italia!

Immagine e fonte: wikipedia.org