Abilitazione all'insegnamento… o Odissea?
Come conseguire l’abilitazione all’insegnamento?
Ci siamo già fatti questa domanda tempo fa, parlando del periodo buio post SISS, dei TFA e dei modi per accedere a questi tirocini. Tuttavia sembra che un’altra strada ci sia, anche se non facilmente praticabile, anche se non per tutti, anche se… una scorciatoia (non negativa in questo caso) all’assenza di legislazione italiana. Già. Come dicevamo la scorsa volta, l’intenzione di istituire i TFA per il nuovo anno scolastico c’è, manca tuttavia una legislazione di fondo per individuare criteri, corsi, tipologie di tirocinio e quant’altro. Non solo… all’inizio si vociferava che il non superamento dell’esame per l’accesso al TFA implicava la perdita della laurea; successivamente la voce si è modificata (a mo’ di fama Virgiliana) per cui gli eventuali bocciati dovrebbero iscriversi di nuovo all’università, conseguire un’ulteriore laurea magistrale e quindi ritentare l’accesso ai TFA. Insomma, come versare i contributi all’INPS per una vita e vedersi negare la pensione! (anche se per gli aspiranti docenti la parola pensione non esiste)
La scorciatoia sarebbe andare in Spagna e conseguire lì l’abilitazione all’insegnamento, cioè il Master de formacion de profesorado. Questo titolo è riconosciuto anche in Italia e dà quindi libero accesso all’ingresso nella prima fascia degli aspiranti docenti. Qual è lo scotto da pagare? Il master dura otto mesi, quindi bisogna pagarsi da vivere per almeno otto mesi in Spagna (a meno di “scorciatoie” – questo è il caso delle virgolette!). Non solo: c’è l’omologazione della laurea (ottenuta in Italia), l’iscrizione al master, un certificato di lingua spagnola che permette di accedere al master (o in alternativa un riconoscimento dell’italiano in sostituzione), la convalida del certificato (dopo 4 mesi), varie ed eventuali. Tutto questo (vivendi a parte) è risparmiato (non in termini di costi ma di procedure) pagando qualche associazione italiana che si occupa solo di queste abilitazioni.
C’è da chiedersi dunque se l’Italia, che rende così difficile l’abilitazione alla professione insegnante, ha così tanti docenti o può fare a meno di tanti altri docenti…
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