Piramidi italiane di Montevecchia
Storia delle piramidi italiane
Le piramidi di Montevecchia, in provincia di Lecco, sono tre come le piramidi di Giza e sono orientate allo stesso modo, e come quelle egiziane, anche le piramidi di Montevecchia sono fatte a gradoni.
La differenza tra le piramidi di Lecco e quelle della Piana di Giza è che le prime sono state ben nascoste per circa un migliaio di anni da una fitta vegetazione e i gradoni da cui sono composte le piramidi di Montevecchia non sono blocchi trasportati da schiavi, bensì sculture create nella roccia e in realtà sembrano tre colline immerse fra i verdi poggi del Parco di Montevecchia.
Ad intuire per primo che in quelle tre colline vi fosse la presenza di un’opera dell’uomo è stato l’architetto Vincenzo Di Gregorio nel 2001.
Di Gregorio è un architetto che si è sempre occupato di costruzioni un po’ insolite e particolari, si pensi che è stato lui l’ideatore del gioco di Tangram tridimensionale.
Quando Di Gregorio decide di osservare bene le tre colline di Montevecchia, si serve della collaborazione di un astrofisico e ne misura la pendenza.
Il risultato è che le tre colline hanno tutte le falde con inclinazione massima di 43/44 gradi.
Il dato è sorprendente e del tutto anomalo perchè in natura è molto raro che le falde di tre colline contigue abbiano la stessa inclinazione.
E’ allora che sorge il dubbio se cioè ci sia la mano dell’uomo e si sia in presenza di manufatto.
Di Gregorio giunge alla conclusione che a realizzarle non sia stata una sola persona, ma un gruppo di persone e i gradoni non avrebbero motivazioni agricoli poichè le colline sono fatte di dura roccia calcarea su cui cresce solo l’erba.
Sul fenomeno delle piramidi di Montevecchia sono ancora in corso diversi studi, anche da parte di un gruppo di studiosi cecoslovacchi.
E più passa il tempo e più il mistero delle piramidi di Montevecchia sta interessando gran parte del mondo.