Poco o niente – di Giampaolo Pansa
Nel suo nuovo libro èdito da Rizzoli il grande giornalista ed opinionista Giampaolo Pansa prende spunto dall’attuale, tremenda crisi economica e finanziaria che ha sconvolto gli ultimi anni e dai tanti interrogativi e dalle tante paure che questa crisi sta portando con se.
Poichè è sempre più diffuso e strisciante il timore che torneremo poveri, che ritorneremo allo stesso stato di indigenza in cui sono cresciuti i nostri nonni e i nostri genitori vedendo svanire il fragile benessere che ci siamo conquistati, Pansa ha ripercorso con la memoria la sua infanzia e a quella di chi l’ha preceduto, ricordando gli stenti della sua famiglia di origine a partire dalla nonna, contadina nella bassa vercellese rimasta vedova a 33 anni con sei figli da sfamare. E ricostruisce la società di allora, la vita degli umili, quella vita nascosta dietro un apparente ordine che in realtà celava un mare di miseria e disperazione.
Una società dove imperversavano pochi ricchi, che decidevano tutto e arrivavano a godersi le figlie dei miserabili, dove c’erano tanti, troppi poveri. In campagna i braccianti facevano una vita infernale e dopo tanta fatica arrivavano a patire anche la fame, in città era anche peggio, con le malattie che la facevano da padrone, una marea di bambini cenciosi mendicavano per la strada e i bordelli che traboccavano di prostitute. A questa disperata situazione sociale pose rimedio, a suo modo, la prima guerra mondiale, un vero e proprio massacro di giovani, che ha falcidiato più di una generazione.
Questa ricostruzione del nostro paese all’inizio del ‘900 vuole essere nelle intenzioni dell’autore un monito e uno spunto di riflessione: ora che siamo di fronte ad un futuro che si presenta quanto mai ricco di incognite e paure ci mostra un’Italia fatta di miseria e disperazione sociale, ma fatta anche di persone tenaci, ricche di inventiva e orgogliose…