La legione degli invincibili di Carlo Dalia

Autore:
Massimiliano Grimaldi
  • Direttore responsabile

La legione degli invincibili

In questo romanzo di Carlo Dalia èdito da Iacobelli, viene fornito uno spaccato di Roma antica in quel cruciale periodo strorico che segnò il passaggio dalla Res Pubblica all’Impero, ma una volta tanto la storia ci viene raccontata dal basso: abituati come siamo a leggere di Roma antica descritta nelle sue stanze del potere, con il lusso e gli sfarzi degli optimates, in questo libro le vicende narrate vedono come protagonisti dei populares, personaggi che vengono dal basso, originari della Suburra, il malfamato quartiere popolare di Roma antica, in cui è possibile constatare la multietnicità ed eterogeneità culturale dell’antica Roma.

Trama La legione degli invincibili

La legione degli invincibili - di Carlo Dalia

Un gruppo di sei ragazzini cresciuti nei vicoli della Suburra si accingono a mettere a segno quello che potrebbe sembrare il colpo del secolo, stanno per rubare una cassa piena d’oro a Marco Licinio Crasso, ma il colpo si rivela una trappola e vengono braccati da Crasso, che è l’indiscusso padrone del quartiere.

Tuttavia i sei vengono tratti in salvo da un misterioso aristocratico, un giovane Flamen Dialis dalla grande ambizione, e a cui i sei resteranno per sempre devoti. Nascono così I figli del fuoco, il gruppo da cui nascerà la mitica legione che seguì con fedeltà e devozione Caio Giulio Cesare in tutte le sue campagne militari fino alla fine dei suoi giorni, diventando una delle legioni più forti dell’intero esercito romano.

 

Recensione La legione degli invincibili di Carlo Dalia

Nello spaccato offertoci dall’autore con questo libro è possibile godere di una mirabile descrizione dell’antica Roma, della sua vita dietro gli sfarzi e i marmi del potere, con un unico comun denominatore che accomuna tutti, umili e potenti; il mos maiorum, quell’insieme di valori e costumi tramandati dai padri fondatori e che è stato uno dei collanti che hanno tenuto insieme la società romana, consentendole di accogliere le altre culture, senza soccombere ad esse.