Il trifoglio blu – di Nadji-Ghazvini Firouz

il trifoglioParticolarmente significativo questo libro dello scrittore iraniano èdito in Italia da Piemme, che ci racconta in modo a tratti disperato e a tratti sognante le sofferenze di un popolo oppresso dalla tirannia della Repubblica islamica.

Atefeh è una ragazzina di appena dodici anni, il suo corpo comincia a trasformarsi e il velo che sarà costretta a portare e che avrebbe il compito di difenderla dagli sguardi degli uomini probabilmente non le servirà a preservarla dai desideri altrui, considerando il fatto che non ha possibilità di difendersi: essendo rimasta orfana non ha un padre o un fratello in grado di sorvegliarla e difenderne l’onore, l’unico parente riamastole è il nonno.

Atefeh vive in un piccolo villaggio costiero dell’Iran, non può andare a scuola se non quando non ci vanno i ragazzi maschi, non ha nè televisione nè computer a riempire le sue giornate, e l’unica amica che aveva, Setareh, è scomparsa nel nulla con la sua famiglia. Erano inseparabili da piccole, e si somigliavano moltissimo, tanto che l’unica cosa che le distingueva era una piccola voglia a forma di trifoglio che Atefeh ha sulla schiena, ed è la conseguenza di una piccola ferita che il nonno le aveva curato con l’inchiostro.

Quel nonno che lei ascolta incantata e sognante quando le racconta del suo paese prima della rivoluzione, quando si chiamava Persia ed era meta prediletta di schiere di stranieri, affascinati dai suoi profumi e dalle sue bellezze; quando non c’erano i guardiani della morale a sorvegliare ogni passo dei cittadini e a far tagliare il seno ai manichini o a far lapidare i cani che “osano” accoppiarsi per strada. E non c’erano istituzioni che fanno spiare le ragazzine per verificarne la moralità, come quel nuovo giudice appena giunto in paese che non è sposato e cerca una moglie giovane, troppo giovane…….