Il demone di Beslan – di Andrea Tarabbia

il demoneParticolarmente toccante e significativo questo libro di Andrea Tarabbia èdito da Mondadori, che può essere considerato una testimonianza di come l’orrore sia figlio di altro orrore, come dietro gesti vili ed insensati si nascondano altri gesti altrettanto vili ed insensati, senza che ciò naturalmente valga a giustificarli in alcun modo.

Marat Bazarev è l’unico sopravvissuto del commando di separatisti ceceni fra l’1  settembre 2004 assaltarono la scuola di Beslan, una città dell’Ossezia del Nord, prendendo circa un migliaio di ostaggi: dopo tre giorni di assedio da parte delle forze speciali russe restarono uccise 332 persone, fra cui 186 bambini. Si tratta senza ombra di dubbio di una fra le azioni terroristiche più vili ed insensate che la storia ricordi, anche se dopo tanti anni vi sono ancora non pochi punti oscuri sulla vicenda, soprattuto per quel che riguarda l’operato delle forze di sicurezza.

Marat è detenuto in un carcere di massima sicurezza, non ha alcuna intenzione di sfuggire alle proprie responsabilità, ma ha deciso di parlare e di raccontare la sua storia: viveva in un villaggio, e con il suo amico Shamil era solito addentrarsi nella boscaglia. Ma un giorno fanno una scoperta agghiacciante, mentre tornano verso il villaggio trovano sette cadaveri semi nascosti nella boscaglia. Una volta giunti al villaggio trovano l’inferno: il villaggio è stato saccheggiato, le porte delle case sono state sfondate e non trovano più nessuno fra i familiari e gli amici. Quell’episodio ha fatto scattare in lui la convinzione che non c’è ne legge ne onore, ed è così che si è unito ai guerriglieri e con loro ha preparato quell’azione che in ogni caso si contraddistingue solo per la vigliaccheria e l’insensata barbarie.