Rischio bolle in atto

Filomena Spisso
  • Autore - Laurea in scienze politiche

In questo periodo gli investitori americani e tutti quelli che hanno sparpagliato il proprio patrimonio nei diversi mercati sono ossessionati dal timore che tutti i rialzi che si susseguono potrebbero essere delle bolle speculative generate dal quantitative easing , fatto in più tranche dal capo della fed, Ben Bernanke. L’ immissione di liquidità fatta attraverso acquisti di stato americano ha notevolmente drogato  il mercato procurando un considerevole patrimonio in mano agli americani che si sono subito adoperati nell’ investire il denaro nei vari mercati. E gli effetti si sono subito visti, infatti il mercato dell’ oro ha fatto registrare prezzi record , il mercato dell’ argento è cresciuto di circa il 176 per cento ed anche Wall Street in poco più di due anni è cresciuta di oltre 61 punti percentuali.

Le bolle potrebbero esser molto di più, basta guardare al mercato dei T- bond, che nonostante il rischio degli Stati Uniti sia in aumento, continuano ad essere velocemente scambiati e quindi i rendimenti rimangono comunque bassi. Wall street  sebbene abbia registrato un aumento record fatica a produrre occupazione e non appena una nuova Ipo viene presentata sul mercato, gli investitori si azzuffano per accaparrarsi le azioni . Ad esempio Linkedin nelle prime tre giornate di contrattazioni ha fatto registrate un aumento di oltre 100 punti percentuali rendendo ricco in pochissimo tempo il fondatore della società. Insomma un clima notevolmente favorevoli per tutti gli investitori che investono nei mercati americani. Tuttavia gli esperti si interrogano sulla sostenibilità di tale sistema. In effetti problemi potrebbero sorgere quando il denaro non costerà più cero oppure se uno dei grandi paesi che ora trainano il consumo, come la Germania o la Cina, incontrerà dei problemi. In questo caso sarà molto probabile che il sistema si arresterà e che vi sarà una caduta dei mercati. Inoltre sono molti gli analisti che giurano che Wall Street o le  borse più grandi siano immuni dagli effetti devastanti della speculazione. Molto più sensibili a questo tipo di iniziative sono le borse dei Brics, soggette ciclicamente a fenomeni speculativi.

Tuttavia per ora il quantitative easing sembra aver creato più benefici che danni e pertanto si va avanti. Il petrolio ad esempio viaggia stabilmente sopra i 100 dollari al barile ed il debito pubblico degli usa è in costante aumento. Questi dati dovrebbero allarmare gli investitori e provocare quindi una fuga dai titoli di stato visto che entrambi gli indicatori sono sintomatici di un aumento dell’ inflazione americana e che quindi la Fed dovrebbe intervenire aumentano i tassi di interesse e quindi rendendo il costo del denaro più alto. Eppure i titoli di stato decennali sono sempre sotto il 3 per cento , e tutti gli investitori tentano di comprarli rendendo quindi il fenomeno speculativo ancora più evidente.