Potere d’acquisto giù, pressione fiscale record

Potere d'acquisto giù, pressione fiscale record

Nel 2012 il potere d’acquisto delle famiglie italiane è sceso del 4,7%, secondo quanto diffuso dall’Istat, dovuto principalmente all’innalzamento del prelievo fiscale, che ha generato una forte contrazione del reddito, in ulteriore flessione del 2%.

Tra il 2000 e il 2012, la pressione fiscale nei 27 paesi dell’Unione europea è calata complessivamente di 0,5 punti percentuali, mentre in Italia è cresciuta di quasi 3 punti.

Si tratta dell’incremento più alto in Europa, ad eccezione di Malta e Cipro.

La pressione fiscale in Italia nel 2013 è risultata pari al 43,8% del Pil, in leggera flessione rispetto al 44% registrato nel 2012.

Nell’ultimo decennio il livello minimo è stato toccato nel 2005, quando era pari al 40,1% del Pil.

L’Istat sottolinea inoltre che nel 2012 l’incremento delle entrate erariali del 2,7% ha generato dall’altro lato un crollo del Pil dello 0,8%.

Per quanto riguarda l’aliquota delle tasse sul lavoro in Italia, riferite al 2011, sono risultate pari al 42,3%, superiori di ben 8,1 punti percentuali rispetto alla media delle aliquote dei paesi della zona Euro.

Nel 2012 il valore del cuneo fiscale e retributivo medio per i lavoratori dipendenti è invece risultato pari al 49,1% del costo del lavoro. È quanto comunicato dall’Istat durante una audizione in Senato, evidenziando che a fronte di una media di 16.153 euro l’anno ricevuti, il costo complessivo del lavoro è risultato pari a 31.719 euro.

Visti i numeri, restiamo in attesa di buone nuove dal Presidente del Consiglio, proprio nella serata odierna.