Possibili scenari nel 2011
Il 2011 si annuncia come un anno in cui vi sarà la ripresa di molti comparti, soprattutto di quello azionario, vista l’ abbondanza di liquidità presente, e che gli investitori probabilmente impiegheranno a breve. I vari quantitative easing decisi dalla Fed americana hanno provocato un forte aumento della quantità di moneta presente, e sebbene gli investitori non abbiano ancora effettuato movimenti significati, prima o poi sfrutteranno tale enorme massa di denaro. Eppure diverse nuvole nere sono all’ orizzonte dei mercati finanziari e potrebbero compromettere la ripresa dei mercati.
Infatti in America vi sono diversi movimenti che si oppongono alla politica espansionistica della Fed, e comunque ostacolano il quantitative easing effettuato da Ben Bernanke. Sino ad adesso il meccanismo sembrava funzionare perfettamente con il governo americano che emetteva Buoni del tesoro e la Fed che gli acquistava finanziando di fato lo stato americano. L’ ultima emissione ha permesso di incamerare circa 300 miliardi di dollari. Il problema è che attualmente la politica del presidente americano si è concentrata sui finanziamenti alle imprese in difficoltà e sul sostegno dell’ occupazione, che rappresenta una delle maggiori emergenze in Usa. Non sono stati però ancora erogati fondi per iniziative molto importanti come il salvataggio delle banche Fannie May e Freddie Mac, i quali prima o poi dovranno essere erogati. Pertanto si renderà necessaria un nuovo ricorso al quantitative easing, situazione che fa storcere la bocca a moti oppositori repubblicani oltre che ad un nutrito numero di consiglieri della Fed. Tale situazione di attrito potrebbe scatenare diversi problemi all’ interno dell’ economia americana.
In Europa la caduta dell’ euro che poco tempo fa veniva considerata come un ‘eventualità del tutto remota ha cominciato a frasi strada. In particolare le conseguenze di tale evenienza sarebbero disastrose soprattutto per le economie che recentemente hanno avuto problemi di default. La caduta del Pil europeo sarebbe nell’ ordine del 5 per cento. Anche la Germania che rappresenta la locomotiva dell’economia europa sarebbe costretta ad ingranare la retromarcia con cadute del prodotto interno lordo che supererebbero il 10 per cento nel caso di Portogallo e Grecia.
Il credito cinese è invece una possibile bolla del paese orientale. Molti analisti hanno già suonato qualche campanello di allarme dicendo che la crescita del credito è comunque insostenibile senza un aumento dei tassi di interesse che ne freni leggermente l’ impeto. Tuttavia le autorità di Pechino non sembrano intenzionate ad intervenire a breve in quanto la frenata del credito produrrebbe anche una caduta della crescita economica.
Il mercato immobiliare americano, da ultimo rappresenta una grossa incognita per gli operatori finanziari. In molti avevano pronosticato una ripresa del settore già all’ inizio del 2009, ma successivamente il prezzo delle case ha avuto una flessione che ha lasciato presagire un allungamento dei tempi di ripresa.