Pensione a 67 anni dal 2019
E’ uno dei temi più scottanti per tutti coloro che lavorano: le pensioni, traguardo ambito per milioni di lavoratori che con il trascorrere degli anni diventa sempre più utopia.
E così in un mondo del lavoro provato da una crisi profonda e critica, ecco arrivare il monito della Ragioneria “Con cambi agli scatti sistema più debole”, mettendo di fatto in allerta il governo sulle scelte presenti e future sull’età di pensionamento dei lavoratori.
In sostanza se qualcuno avesse pensato di rallentare o bloccare l’avanzamento dell’età per la pensione dovrà rivedere i suoi piani: se questo non accadesse e se il governo decidesse di spostare oltre il 2019 i 67 anni di età per la pensione, tutto il sistema pensionistico potrebbe collassare.
67 anni per la pensione: e se slittasse nel 2022?
Secondo la Ragioneria un’eventuale spostamento della data al 2022 per la nuova età pensionabile comporterebbe rischi davvero notevoli: l’aumento della spesa previdenziale sarebbe il primo effetto collaterale, oltre a una diminuzione del tasso di sostituzione (in sostanza la pensione percepita rispetto all’ultimo stipendio).
La Ragioniera prosegue dicendo che la lo slittamento
…determinerebbe un abbattimento crescente nel tempo dei tassi di sostituzione fino a raggiungere, alla fine del periodo di previsione, 12,8 punti percentuali per un lavoratore dipendente e 10 punti percentuali per un lavoratore autonomo, con conseguente peggioramento anche dell’adeguatezza delle prestazioni pensionistiche rispetto alla normativa vigente. La riduzione si spiega in ragione sia del più basso coefficiente di trasformazione, correlato all’età di pensionamento, e sia della corrispondente minore anzianità contributiva.
Insomma, spostare l’età pensionabile oltre il 2019 scatenerebbe un serie di effetti a catena deleteri per le casse dello stato e per lo stesso sistema lavoro del nostro paese.