Ocse: italiani precari oggi e poveri da anziani

Filomena Spisso
  • Autore - Laurea in scienze politiche

Ocse: precari oggi e poveri da anziani

Coloro che oggi in Italia sono precari rischiano la povertà da anziani. È quanto contenuto nel rapporto “Pensions at a Glance 2013” stilato dall’Ocse.

L’organizzazione con sede a Parigi ha sottolineato che tutti i lavoratori precari e retribuiti male “sono più vulnerabili al rischio di povertà durante la vecchiaia”.

L’Ocse punta il dito contro il “metodo contributivo” e l’assenza di pensioni sociali.

Secondo l’Istituto inoltre i contributi previdenziali in Italia sono ai livelli più elevati tra tutti i Paesi  dell’organizzazione.

Nel 2012 sono infatti risultati pari al 33% del totale lordo della retribuzione, corrispondenti al 9% del Pil e al 21,1% del totale delle tasse.

La media Ocse risulta invece essere pari al 19,6%, ovvero il 5,2% del Pil ed il 15,8% del totale delle tasse.

Per quanto riguarda gli stipendi degli italiani, risultano più bassi della media Ocse, attualmente pari a 42.700 dollari.

In Italia nel 2012 un lavoratore ha percepito 28.900 euro, pari a 38.100 dollari, valore di molto inferiore rispetto ai 94.900 dollari degli svizzeri, ai 91.000 dollari dei norvegesi, ai 76.400 dollari degli australiani, ai 59.000 dollari dei tedeschi, ai 58.300 dollari degli inglesi ed ai 47.600 dollari degli statunitensi.