Nuvole nere sulle borse europee

Filomena Spisso
  • Autore - Laurea in scienze politiche

Nei mercati europei la confusione regna sovrana e nonostante la volontà politica di fare fronte alla situazione di default greco, ed a seguire di quello del Portogallo e dell’ Irlanda , gli investitori non mostrano fiducia.

Il problema principale per le borse è quello di guadagnare credibilità visto che ancora oggi i traders si chiedono quali saranno i contenuti del piano che dovrebbe consentire al paese ellenico di uscire dal pantano. Inoltre ancora una volta i buoni propositi sono in parte frenati dalle valutazioni delle agenzie di rating che diffondono notizie non proprio improntate all’ ottimismo.

La notizia più recente è quella rilasciata da Fitch , agenzia di rating che questa volta ha declassato il rating sulla Grecia a default parziale. Sembra che questa notizia abbia notevolmente contribuito a raffreddare l’ ottimismo che era trapelato dai mercati . Infatti ad inizio seduta vi era stato un balzo all’ insù di quasi tutte le borse europee, ma successivamente gli entusiasmi si sono affievoliti, riportando quasi tutti gli indici sulla parità.

 L’ umore dei mercati si è visto durante la giornata di venerdì, quando all’ apertura delle contrattazioni sembrava trasparire una certa fiducia, con lo spread dei bond greci che era sceso dopo aver raggiunto nuovi massimi in settimana. Successivamente gli spread hanno iniziato a salire per raggiungere prima dell’ apertura di Wall Street livelli significativi. Inoltre sebbene gli speculatori non si siano accaniti con le borse di Irlanda e Portogallo, i paesi a più alto rischio di default in Europa, hanno preferito vendere titoli nei mercati tedeschi e Francesi, gli stati più solidi all’ interno dell’ Unione Europea. Pertanto sebbene Francia e Germania possano vantare dei rating da tripla a, sono messi sotto i riflettori da parte degli investitori in quanto è opinione comune che saranno loro a dover pagare le maggiori conseguenze del risanamento europeo. Gli analisti di Citigroup aggiungevano ulteriori (e un po’ speciose) perplessità: il problema è se l’attuale piano di salvataggio possa ridurre le preoccupazioni sulla sostenibilità dei debiti in Grecia e negli altri Paesi periferici. A non convincere sono la dotazione patrimoniale del fondo salva stati, che potrebbe non essere sufficiente per fare fronte al ripianamento dei debiti di tutti  gli stati a rischio default, oltre al fatto che probabilmente i piani e gli aiuti sono fatti in maniera indiscriminata senza tenere conto delle aspettative economiche e delle possibilità di crescita di ogni paese.

Pertanto gli operatori di borsa fanno trasparire un certo nervosismo, aggravato dal fatto che per aiutare gli stati in difficoltà si è scelto di aspettare Settembre, non intervenendo subito.