Lavorare nel mondo della finanza
Le odierne opportunità di lavoro nella finanza
Il 2009 si sta rivelando un anno dove è difficile guadagnare bene perfino nelle occupazioni più importanti: si potrebbe dire che solo chi sa tagliare riesce poi ad ottenere le migliori retribuzioni. Questi primi cinque mesi dell’anno in questione hanno visto la crescita dei salari solo per quel che riguarda due professioni: i credit controller e i credit manager, quindi due lavori legati alla gestione del credito. La crisi economica e finanziaria ha attaccato in maniera aggressiva le casse aziendali: oggi, chi riesce ad avere successo nelle retribuzioni è soprattutto il professionista del cosiddetto “cost saving” (tipici esempi possono essere forniti dalle figure del credit manager appunto, il tax manager o il chief financial officier, ovvero il direttore finanziario), impegnato a tutto campo in un intenso lavoro volto a razionalizzare le spese e a ottimizzare gli investimenti che sono stati effettuati. Tra l’altro, questa interessante tendenza del lavoro è confermata dai dati messi in luce dalla Global Financial Salary Guide, la guida che ha stilato una sorta di classifica per quel che concerne i profili di retribuzione dei vari operatori dell’area finanziaria. Anche nel 2008 si era assistito a un fenomeno simile: figure professionali come i credit controller, i credit manager e i cost accountant hanno visto incrementare i loro guadagni di circa il 7-10%, il che vuol dire che ogni anno potranno riuscire ad accumulare una retribuzione pari a 60.000, 85.000 e 90.000 euro.
Perché queste figure hanno successo
C’è anche da dire che tali impieghi godono di un certo vantaggio: infatti, essi beneficiano di una domanda molto vivace, in maniera generalizzata, ma in particolar modo per i profili cosiddetti “senior”, ovvero con una esperienza alle spalle di almeno quindici anni. Certo, non deve stupire questo dinamismo dal lato della domanda, anche perché esso è un tipico fattore degli scenari economici in rallentamento e di crisi finanziaria, come quella che stiamo vivendo oggi. È comunque anche vero che la razionalizzazione della spesa e del credito sono diventati due temi centrali e fondamentali per le aziende; questo fatto ha poi determinato come immediata conseguenza un deciso rialzo nei livelli contributivi. Tra l’altro, nei momenti di congiuntura economica sfavorevole, il successo arride maggiormente a quelle funzioni lavorative che si occupano più da vicino della gestione della finanza dell’azienda, mentre, di contro, fra le capacità professionali meno richieste in questo periodo ci sono soprattutto quelle figure lavorative come i direttori di produzione e i responsabili del marketing. Il rischio maggiore in questi casi è che, nel momento in cui la crisi finanziaria potrà definirsi conclusa, allora le aziende potrebbero trovarsi carenti per quel che riguarda le conoscenze strategiche che potrebbero permettere invece di far avviare più velocemente la macchina dell’innovazione tecnologica.
Come sta evolvendo la situazione
Riguardo alle situazioni senior, la figura la cui retribuzione risulta essere più alta è sicuramente quella del direttore finanziario, il quale, in Italia, può arrivare a guadagnare fino a 180.000 euro annui: questa figura, negli anni, ha assunto le forme di un manager che affianca gli azionisti nelle decisioni strategiche delle aziende e sempre meno quelle di un professionista abile nell’amministrazione e nella contabilità. Il pacchetto retributivo del direttore finanziario, poi, ha una componente molto variabile. In relazione invece alle cosiddette figure “junior”, esse hanno un pacchetto retributivo più ampio, dato che si tratta di figure legati al controllo di gestione e alla tesoreria, quindi si ha a che fare con della capacità caratterizzate da una visione tecnica e da una puntuale conoscenza delle dinamiche del commercio e del business del settore di riferimento.
Le realtà internazionali
Se, infine, diamo uno sguardo alle diverse realtà internazionali, possiamo dire che i paesi che registrano attualmente i livelli di retribuzione più alti rispetto all’Italia, sono senza dubbio l’Austria, la Germania, il Lussemburgo e la Svizzera: si tratta di paesi che hanno fatto registrare una domanda più alta rispetto all’offerta: al crescere della richiesta di risorse specializzate da parte delle aziende corrisponde infatti un aumento del livello di retribuzione. Sono poi dei paesi caratterizzati anche da una relativa carenza di risorse e, di conseguenza, di competenze specialistiche; quindi, nasce proprio da questa scarsità l’esigenza di reclutare spesso dei collaboratori specifici all’esterno, il che fa impennare il pacchetto redistributivo conseguente. La Gran Bretagna e gli Stati Uniti, invece, rappresentano dei mercati del lavoro molto flessibili, in cui la crisi economica ha avuto un impatto molto forte e diretto sulle retribuzioni. Gran parte dei profili lavorativi presenti in questi mercati ha subito un abbassamento rispetto alle dinamiche degli anni precedenti e in particolare rispetto ai livelli europei. Comunque, questa tendenza non rappresenta una novità; infatti, è ben noto come nel mondo anglosassone, le parti variabili relativi agli stipendi e alle retribuzioni sono in genere quelle più alte rispetto a tutti gli altri stati dell’Europa.
SIMONE RICCI