Italia cresce rischio povertà
Dopo una lunga recessione l’Italia registra finalmente una moderata crescita ma rimane elevato il rischio povertà. È quanto sottolineato dall’Istat nel rapporto annuale del 2016.
Allarme povertà
L’indicatore che mette in mostra le famiglie con situazioni di disagio, si è attestato nel 2015 all’11,5 per cento, pressoché in linea con i valori del 2014 ma un dato triplicato è stato registrato al Sud rispetto al Nord.
In crescita i nuclei familiari in cui nessuno ha un lavoro, pari a 2,2 milioni nel corso del 2015.
L’incidenza della povertà riguardante i minori fino al 2011 non aveva oltrepassato quota 12 per cento: ha raggiunto il 19 per cento nel 2014.
Mercato del lavoro
Instabilità e lavori precari coinvolgono soprattutto i giovani e le donne.
La flessione del tasso di occupazione è sceso di poco per i laureati, passando dal 78,5 per cento del 2008 al 76,3 per cento del 2015, rispetto invece ha chi ha conseguito soltanto la licenza media o un diploma.
Da segnalare che il titolo di studio posseduto registra una correlazione anche sulla speranza di vita, con il 69 per cento dei laureati in vita a 80 anni rispetto al 56 per cento di chi ha conseguito soltanto la licenza media. È quanto emerso dall’indagine compiuta dall’istituto di statistica.