In programma una ulteriore manovra finanziaria
Il decreto legge 138 del 2011, detto anche manovra di ferragosto, non ha ancora terminato il suo iter parlamentare di conversione ed i diversi emendamenti hanno profondamente modificato la norma originaria.
Nel corso dell’ iter parlamentare, ed anche prima, si è infatti assistito prima all’ introduzione di un contributo di solidarietà e successivamente all’eliminazione dello stesso ( nella versione finale è rimasto un contributo di solidarietà per tutti i lavoratori pubblici ed un contributo con aliquota del 3 per cento per tutti i lavoratori che guadagnano più di 300.000 euro all’ anno), all’ introduzione di un aumento di un punto percentuale per l’iva dei beni non di prima necessità ( che di conseguenza passa dal 20 al 21 per cento) ed altre modifiche più o meno eclatanti.
Abbiamo anche visto che varie modifiche sono state effettuate per quanto riguarda le liberalizzazioni, un tema che inizialmente aveva trovato qualche spiraglio ma che successivamente è stato modificato in modo tale che sono stati davvero pochi i paletti ed i vincoli eliminati. Adesso sembra che neanche cinque versioni della manovra abbiano dato il là ad una manovra definitiva. Il problema principale sembra questa volta essere il parere della comunità europea, che da Bruxelles si è espressa in maniera non troppo favorevole per quanto riguarda le misure fiscali da attuare che a conti fatti, non darebbero un gettito assicurato e certo.
Si pensa pertanto a misure che abbiano delle entrate certe e che non siano troppo “recessive” , in modo tale da danneggiare lo sviluppo economico, giudicato già troppo debole.
Certo è che per riempire la finanziaria del 2012, che ha già il sapore di una manovra bis, occorrerà tirare fuori dal cilindro delle soluzioni che sino ad adesso sono state sempre accantonate o comunque non prese n considerazione. L’ ultima spiaggia è sembrata quando , visto che i conti non tornavano, si è innalzato di un punto percentuale l’iva dei beni non di prima necessità oppure quando si è anticipato l’età del pensionamento delle lavoratrici dipendenti del settore privato. Adesso però, occorre raschiare il barile e presumibilmente si prenderanno in considerazione proposte che sino ad ora hanno ottenuto solo degli esiti negativi da parte degli esponenti della maggioranza.
Ad esempio l’ età della pensione, sempre al centro di modifiche o possibili manovra. In Germania l’ età del raggiungimento della pensione di anzianità è fissata a 69 ani mentre in Italia si è ancora fermi a 58,3 anni. Pertanto effettuare una riforma sarebbe anche un modo per livellarsi al resto d’europa anche se occorre verificar anche li importi medi degli assegni pensionistici.
Inoltre potrebbe tornare anche in auge la tassa patrimoniale come ad esempio la tassa dell’ 1 per cento sui grandi patrimoni, tassa malvoluta ma comunque che otterrebbe un gettito significativo.