Il settore nautico vede la luce

Filomena Spisso
  • Autore - Laurea in scienze politiche

Il settore della nautica, fiore all’ occhiello dell’ economia italiana, sembra intravedere uno spiraglio di luce. Infatti negli ultimi due anni il portafoglio ordini è sceso addirittura del 50 per cento ed a soffrire sono stati soprattutto il comparto del diporto.

Pertanto oltre alla crisi della Fincantieri, che comunque rappresenta un’ azienda storica italiana che impiega migliaia di lavoratori ed è distribuita lungo otto stabilimenti produttivi, vi sono altre realtà che in questi anni hanno faticato , e non poco , per rimanere a galla. La fine del 2009 si è chiusa con un calo del portafoglio ordini di circa il 31 per cento ed ancora peggio è andata a fine 2010 quanto la crisi si è ancora aggravata spingendosi sino a far perdere un’ altro 20 per cento di ordini alla nautica italiana. E dire che la crescita era stata continua per un decennio sino a raggiungere il picco di fatturato nel 2010.

Per fortuna la nautica italiana ha saputo adeguarsi a quelle che erano le realtà del periodo ed ha fatto in modo di restare leader di mercato in un settore che fornisce un contributo molto importante al Pil italiano. Infatti le aziende nautiche contribuiscono alla produzione interna per circa 3,95 miliardi di euro, un dato significativo. Ma adesso dopo le perdite degli anni scorsi, finalmente si intravede la luce anche grazie al recupero economico di diversi settori che comunque rendono possibile di avere la disponibilità di avere il reddito necessario per l’ acquisto delle imbarcazioni.

Il recupero più marcato sembra essere sui maxi – yacht, il fiore all’ occhiello delle aziende italiane. In recupero anche la domanda di imbarcazioni sotto i 10 metri. A soffrire sono quindi le aziende che producono prevalentemente imbarcazioni di media lunghezza.

Inoltre segnali positivi derivano dall’ analisi fatta dall’ Ucina in tema di esportazioni. Secondo gli esperti di settore uno dei problemi principali è il mancato sviluppo che ha avuto la nautica nei mercati emergenti, come ad esempio Russia , Cina e Brasile. Mercati questi che tra non molto avranno l’ esigenze di prodotti di lusso , tra cui anche imbarcazioni di livello medio alto , e che potrebbero apprezzare i prodotti italiani. Per questo molte aziende si sono adoperate e tra non molto apriranno delle proprie filiali per la vendita diretta in questi paesi. Quello cinese è soprattutto un mercato  con grandi potenzialità, visto sia il numero dei potenziali fruitori che la disponibilità economica. La Cina ha inoltre 15 mila metri di coste , lo stesso numero di quelle americane , ed un numero grandissimo di laghi e fiumi navigabili.

Occorre quindi studiare per tempo quali saranno le strategie di marketing migliori da applicare per accontentare la miriade di consumatori cinesi. Inoltre da precedenti studi, come quelli effettuati nel settore abbigliamento, si è dimostrato che il consumatore cinese è molto restio a cambiare marchio e pertanto posizionando bene il proprio marchio si hanno buone garanzie di successo.