Il rapporto d’agenzia nell’economia sanitaria

Filomena Spisso
  • Autore - Laurea in scienze politiche

Il rapporto di agenzia tra medico e paziente

Uno dei temi centrali che giustificano la nascita e lo studio dell’economia sanitaria è che il bene scambiato sul mercato ha caratteristiche tali da renderlo peculiare e non inquadrabile nelle categorie di beni studiati dall’economia. Il mercato neoclassico si basa su una serie importante di assunti, uno dei più importanti è certamente dato dall’ipotesi di informazione perfetta e completa degli agenti. Questa condizione certamente non si verifica per il mercato sanitario.

 

La domanda di prestazioni sanitarie

Le prestazioni sanitarie, a causa della loro caratteristica di input in un processo produttivo incerto hanno importanti conseguenze sulla domanda di tale bene; una prima conseguenza è ovviamente data dalla scelta della quantità e del tipo di input da scegliere: il processo produttivo è talmente incerto che la scelta tra i vari input spesso non è possibile solo sulla base di calcoli economici. Un secondo aspetto molto importante è dato dal fatto che il consumatore – il paziente nelle prestazioni sanitarie – non è in grado da solo di formulare una domanda. Il processo mediante il quale il paziente esprime la propria domanda risulta quindi notevolmente diverso e potrebbe essere schematizzato come segue: il paziente avverte determinati sintomi che gli suggeriscono una diminuzione del suo livello di salute; a parte il caso di malattie croniche in cui l’esperienza suggerisce i rimedi, egli avverte questo stato di bisogno, ma non riesce a tradurlo nella domanda di nessun bene in quanto non è in grado, per mancanza di informazione, di tradurre questo suo bisogno in un bene che potrebbe aiutarlo a superare il suo problema. Il paziente deve quindi rivolgersi a un altro agente – il medico – al quale descrive i propri sintomi e con il quale instaura un contratto per la fornitura, diretta o indiretta, delle prestazioni sanitarie che potrebbero essere in grado di ripristinare il suo stato di salute. La domanda del paziente, quindi, non viene espressa da lui, ma da un suo tramite; il medico, che si inserisce nel processo decisionale. Tra il paziente e il medico si instaura un rapporto di agenzia, nel senso che il medico agisce come agente del paziente mettendogli a disposizione la propria competenza professionale per tradurre il suo stato di bisogno (manifestato dai sintomi accusati) in diagnosi e quindi formulare la domanda di prestazioni.

 

Le informazioni

Il paziente non è in grado di avere delle informazioni precise e complete sul proprio stato di salute, sui tipi di cure che possono essere disponibili, sull’efficacia di tali cure, sul loro costo, sul tipo di trattamento che presenta il mix migliore tra costi e benefici. Esiste inoltre un problema addizionale che è quello di tradurre l’efficacia del trattamento in termini di incremento della propria utilità individuale. La letteratura in questo campo assume che solo il consumatore sia in grado di effettuare questo legame; occorre tuttavia notare che anche questo passaggio è molto difficile e che il consumatore spesso potrebbe non essere neppure in grado di rendersi conto delle conseguenze di una decisione sbagliata. Il consumatore potrebbe infatti sentirsi informato a sufficienza per prendere una decisione razionale, mentre invece non si trova in tale stato. Prendere decisioni sbagliate nell’acquisto di beni di consumo o beni durevoli ha certamente delle conseguenze spiacevoli, ma ben difficilmente i risultati delle scelte sbagliate possono avere la portata di un trattamento erroneo in campo sanitario. Inoltre, e proprio a causa di questi problemi, sul mercato sanitario molti degli agenti economici che trattano il ruolo dell’offerta sono rappresentati da professionisti che dovrebbero operare secondo le strette regole di un codice etico che impone loro di fare quanto meglio possono per i propri pazienti.

 

Le decisioni del paziente

L’idea dominante nel mercato sanitario dovrebbe essere quella che il paziente prende le decisioni, ma che in tale processo deve essere aiutato dal medico, il quale mette a disposizione del paziente tutte le proprie conoscenze mediche e professionali che ritiene necessarie affinché egli possa prendere una decisione davvero informata. L’idea è quindi quella di un agente (il medico) che agisce per conto di un paziente (il principale) che non possiede tutte le informazioni per arrivare a una decisione finale. Il medico possiede delle informazioni migliori e questo fatto viene riconosciuto da entrambe le parti. Il paziente è nelle mani del medico almeno per quel che riguarda la domanda di prestazioni sanitarie e questo rapporto di agenzia è uno dei punti focali fondamentali dell’economia sanitaria. L’accettazione del rapporto di agenzia fra medico e paziente non è così pacifica come potrebbe sembrare. Il paziente si ritiene spesso meglio informato di quanto non sia mentre il medico spesso non svolge il proprio ruolo in maniera del tutto neutrale; anziché dare al paziente tutte le informazioni in proprio possesso, egli potrebbe cercare di indirizzare la scelta verso un tipo di trattamento piuttosto che un altro. Ed è questo tipo di comportamento a provocare dei problemi dal punto di vista economico.

 

 

 

 

SIMONE RICCI