Il denaro nella società moderna
Denaro, società moderna, sociologia
Con l’avvento della società moderna, il denaro è andato via via assumendo lo statuto di istituzione centrale nel pensiero della sociologia e molte teorizzazioni sono andate a sottolineare gli stretti rapporti tra i caratteri fondativi della modernità e le funzioni del denaro.
Questa forte connessione ha portato molti autori a enfatizzare gli aspetti quantitativi e oggettivanti del denaro, la sua astrattezza e la sua indifferenza nei confronti degli scopi concreti. Il denaro è la raffigurazione del moderno, il linguaggio attraverso il quale la modernità stessa pensa e si descrive.
La sociologia nasce appunto come tentativo di spiegazione razionale della rivoluzione industriale e democratica.
La radicale trasformazione che si compì in Europa tra il XVII e il XVIII secolo si svolse con una serie di rivoluzioni (soprattutto scientifica, religiosa, tecnologica, agraria e demografica): il denaro andò quindi a interagire in modo profondo con questi specifici cambiamenti. A volte essi furono il principio stesso del denaro, in altre occasioni, il suo espandersi e il suo potenziamento ne furono la conseguenza più immediata. Considerato solo ed esclusivamente come codice del mercato, il denaro è stato concettualizzato come omogeneo e divisibile in maniera assoluta, culturalmente libero e “specchio” delle nuove forme di vita associata.
Marx aveva rilevato che nella società moderna ogni bene veniva trasformato in un valore di scambio dal momento che la moneta tende ad annullare il contenuto di beni e servizi.
Tra i concetti chiave elaborati dalla sociologia per comprendere la grande trasformazione della modernità, c’è l’idea di razionalizzazione, vale a dire di movimento che porta al predominio della razionalità in tutte le sfere dell’agire.
Secondo i rapporti di interdipendenza tipici dei processi sociali, è stato ovviamente l’effetto reciproco tra le varie sfere razionalizzate a produrre la razionalizzazione della società. Il denaro ha progressivamente conosciuto una tale generalizzazione oggettiva, temporale e sociale, da non trovare più equivalenti funzionali negli altri beni; in tal modo è riuscito a perdere il suo carattere di bene, è divenuto, però, sempre più rilevante in qualità di mezzo di scambio ed ha assunto lo statuto di referente universale.
L’ambivalenza distacco-sociazione
La teoria sociologica aiuta ad ampliare la comprensione della complessa interconnessione che esiste tra i diversi processi che hanno civilizzato la cultura europea, diffondendo costumi, valori, comportamenti mentali idonei a sostenere lo sviluppo e il consolidamento di una sfera dell’agire controllata, razionalizzata: di tutto questo, il denaro ha rappresentato una componente fondamentale. Con l’affermarsi poi dell’economia monetaria, si è operato un progressivo passaggio da un modello di società olistico-gerarchizzata, in cui venivano valorizzate le differenze e l’ordine, a uno in cui l’egualitarismo regnava come valore supremo. Il denaro tende a separare l’individuo dall’oggetto, perché l’oggetto viene spogliato del valore emotivo, sentimentale e simbolico; lo stesso accade per l’altro, che si trasforma da persona in un anonimo partner di mercato. Ma lo scambio è comunque una forma di sociazione che porta al riconoscimento dell’altro. E il riconoscimento dell’altro come possibile partner fu il primo passo per abbattere quelle barriere invisibili impedendo ogni forma di comunicazione: il denaro si è poi manifestato come un elemento a forti valenze pacificanti e democratiche.
Denaro e individualizzazione
Tra gli aspetti più interessanti che l’analisi sociologica ha dedicato ai nessi denaro-modernità c’è anche da considerare il legame tra l’espansione dell’economia monetaria e i caratteri dei nuovi assetti societari.
Dimensione fondamentale è una marcata disponibilità al mutamento, alla comunicazione: da collettività chiuse e tribali si è passati a società molto più aperte. Una circolazione progressivamente più intensa di beni e di flussi monetari ha accompagnato e fatto accelerare la trasformazione degli assetti tradizionali.
Il denaro e il suo linguaggio, inoltre, facilitano l’incontro tra le persone nella sfera economica.
Ma l’influenza del denaro nelle relazioni interpersonali va oltre, anche perché l’avvento di una economia prevalentemente monetaria ha mutato in maniera profonda i legami tra individui e gruppi; secondo Simmel, l’economia monetaria incoraggia l’uomo ad agire in modo individuale piuttosto che in una logica di comunità. Nello sviluppo delle moderne società occidentali, anche il denaro ha contribuito alle esigenze di emancipazione, rendendo più autonomi gli individui. Storicamente, la sostituzione dei rapporti feudali con quelli pecuniari ha consentito di trasformare i legami di dipendenza tra persona e persona; il denaro, in quanto mezzo privo di status, ha agevolato il passaggio da valori e stili di vita aristocratici a forme più democratiche, appoggiando in tal senso il bisogno di elevazione e di distinzione sociale sui calcoli quantitativi.
Il capitalismo ha realizzato un importante passo verso l’uguaglianza, andando a valutare gli individui in base alla loro capacità di produrre ricchezza monetaria.
Nei sistemi sociali strutturati, infine, il denaro è un mezzo fondamentale per il controllo e la regolazione e svolge inoltre quelle funzioni che sono proprie delle differenze gerarchizzate. È stato de Tocqueville uno dei primi a discutere il ruolo del denaro nella società democratica, evidenziandone sia l’unica forma di differenziazione, sia il fatto di essere l’unico mezzo attraverso cui i cittadini possono ottenere delle prestazioni reciproche.