Il bilancio delle famiglie

Filomena Spisso
  • Autore - Laurea in scienze politiche

Introduzione

La famiglia è anche e soprattutto un’unità di tipo economico. Sia che essa sia composta da una sola persona, sia che venga composta da più soggetti, essa vive di una entrata di ricchezza (la quale viene espressa in moneta o in altri specifici beni) che è destinata alla sopravvivenza e al benessere, all’acquisto e al mantenimento dei mezzi di produzione e, se ne avanza, alla crescita della ricchezza posseduta inizialmente. Anche ogni membro della famiglia può essere a ragione considerato come un mezzo di produzione (il lavoratore che fornisce il lavoro, che produce altri tipi di beni, dato che il suo mantenimento può anche essere considerato tra le spese per il mantenimento dei mezzi di produzione).

 

I conti della famiglia

Esistono delle specifiche famiglie che riescono a vivere di solo salario (o stipendio), ma vi sono anche delle famiglie che vivono, come si suol dire, di sola rendita (o interessi); inoltre, esiste anche un terzo tipo “economico” di famiglia, vale a dire quella che percepisce uno o più salari, interessi, rendite e profitti. La ricchezza di una famiglia (come quella delle nazioni) non consiste solamente in determinate entrate economiche, ma anche nel patrimonio, il quale è costituito dal complesso dei beni materiali che sono posseduti (i beni mobili, vale a dire in denaro o in titoli) e i beni immobili, come lo sono ad esempio le case e i terreni, cui sono anche assimilati i cosiddetti “beni mobili registrati”, vale a dire le auto, le moto, le navi e gli aerei. Ogni famiglia che ha a cuore i propri conti interni e che è anche ordinata, tiene i conti delle entrate, le quali non devono mai essere ovviamente inferiori alle uscite (le spese) e dello stato patrimoniale. Il bilancio di tipo familiare può essere preventivato su una base mensile, andando a sommare le entrate, detraendo una cifra per il risparmio (che deve essere destinato agli imprevisti) e andando a distribuire il resto tra le voci delle spese. Le spese mensili considerate in questo tipo di bilancio, inoltre, devono comprendere sia le spese del mese sia un dodicesimo del totale annuale delle spese che sono a cadenza non mensile (i tipi esempi sono forniti dal condominio, dal riscaldamento, dal consumo di luce, di gas, di acqua e dalle assicurazioni). Tutto ciò serve per evitare che questo tipo di spese diventino non sostenibili, andando a gravare sui soli mesi di scadenza. Il bilancio di tipo mensile può essere invece sottoposto a rivalutazione di anno in anno in base all’accresciuto potere di acquisto della famiglia e ridimensionato in proporzione al tasso di inflazione; e comunque, deve essere modificato in base alle variazioni che derivano dalle modificazioni del nucleo familiare.

 

Gli acquisti effettuati dalle famiglie

Un acquisto che è particolarmente oneroso (come possono esserlo l’appartamento, un mobile, un elettrodomestico…) può essere pagato mediante una dilazione con le apposite rate, in modo da non farne gravare tutto l’onere in maniera eccessiva sul bilancio ordinario della famiglia. In questo caso, il bilancio settimanale o mensile deve prevedere tra le spese fisse anche le relative rate che sono state pagate. Le famiglie che sono più previdenti in questo senso, però, preferiscono senza dubbio, andare ad accantonare prima, a piccole quote, il denaro per ogni acquisto più impegnativo: in questo caso, si viene a realizzare un triplice risparmio, visto che si va ad accumulare una riserva che può essere utilizzata per ogni altra eventualità, si godono gli interessi della banca sulla somma che è stata accumulata e si evita, soprattutto, di pagare gli interessi passivi sulle rate dell’oggetto che è stato acquistato con la dilazione (si tratta di interessi con i quali il venditore si ricompensa del capitale che è stato anticipato all’acquirente fino al momento in cui non avrà riscosso tutte le rate). Gli esperti di economia familiare ritengono assolutamente proporzionato un canone di affitto o di mutuo di tipo rateale mensile per quel che concerne la casa abitata e che non superi il 30% delle entrate su base mensile; essi, inoltre, sono soliti suggerire un accantonamento per gli imprevisti e i risparmi che non sia inferiore all’8%. In effetti, è abbastanza corretto che ogni famiglia abbia una riserva di denaro, anche molto modesta. Un bilancio mensile familiare “tipo” (composto da una coppia cittadini giovane senza figli) comprende diversi tipi di entrata: tra essi possiamo elencare i due stipendi, con le tredicesime mensilità accantonate per le spese relative alla vacanza estiva, una riserva di sicurezza detenuta, ad esempio, in buoni ordinari del Tesoro e anche un accantonamento per la svalutazione e le spese bancarie. Per quel che riguarda invece le uscite mensili, possiamo elencare sicuramente l’affitto, il riscaldamento, le riparazioni, la luce, il gas, il telefono e altri canoni, le assicurazioni delle automobili, il vitto, l’accantonamento per il vestiario, le medicine (ticktes e altre non mutuate), i giornali e i libri, un accantonamento del risparmio e, infine, le spese relative agli imprevisti e agli accantonamenti per versamenti da effettuare in futuro.

 

 

 

SIMONE RICCI