I pagamenti internazionali
Introduzione
Ogni transizione internazionale (cessione di beni e servizi o movimenti di capitali) è accompagnata da uno scambio di moneta nazionale con moneta estera. Il problema dei pagamenti internazionali non è però così semplice come appare a prima vista. Ciò è dovuto al fatto che nei rapporti di scambio tra paesi diversi non esiste uno strumento di pagamento che sia dotato di potere liberatorio illimitato; manca cioè una vera e propria moneta legale che sia obbligatoriamente accettata da tutti gli stati. Per poter effettuare i pagamenti è allora necessario provvedere a convertire (cambiare) la moneta nazionale con la moneta dell’altro paese scambista.
Il tasso di cambio
Per comprare la moneta di un determinato paese, pagandola con la nostra dobbiamo versare un preciso importo, un prezzo vero e proprio. Questo prezzo della moneta estera viene solitamente definito come tasso di cambio o anche corso del cambio. In generale, possiamo dire che il tasso di cambio è il prezzo di una moneta espresso in un’altra moneta. Il mercato in cui si provvede ad acquistare e a vendere le valute dei vari paesi costituisce il mercato dei cambi (o mercato valutario), una piazza che è stata notevolmente “semplificata” dall’introduzione dell’euro. È anche opportuno precisare che, sebbene il termine “valute” si riferisca più propriamente alle banconote e il termine divise faccia riferimento ai titoli di credito (ad esempio, le cambiali e gli assegni), spesso i due termini sono usati in modo indifferente per indicare la moneta di un determinato paese.
Il mercato valutario
Il mercato valutario, pertanto, è il luogo d’incontro dell’offerta e della domanda di valuta estera. In particolare, con riferimento a ogni singolo paese si può asserire che: la domanda di valuta estera riflette le importazioni, i trasferimenti e i movimenti di capitali verso l’estero; l’offerta di valuta estera riflette invece le esportazioni dello stesso paese, i trasferimenti e i movimenti di capitali dall’estero. Quello valutario è un vero e proprio mercato, soggetto quindi alle solite leggi della domanda e dell’offerta: la domanda di moneta estera cresce, dunque, al diminuire del tasso di cambio, mentre in questo stesso caso, diminuisce l’offerta. L’aumento della domanda di valuta estera fa invece salire il cambio, mentre un eccesso di offerta lo fa diminuire. Si parla inoltre di “cambio di equilibrio” quando quest’ultimo tende a uguagliare domanda e offerta di moneta. Delle oscillazioni dei cambi approfittano gli speculatori, i quali provvedono ad acquistare e vendere monete nella speranza di trarre profitto dalle variazioni dei cambi; per contrastare le manovre speculative e difendere il valore della moneta, le autorità monetarie immettono sul mercato grossi quantitativi della valuta estera, prelevandoli dalle riserve valutarie, in modo da deprezzarne il valore e mantenere stabile il tasso di cambio. Le variazioni dei cambi portano alla definizione di nuovi rapporti di cambio che determinano il deprezzamento o l’apprezzamento della moneta. Quando le variazioni dei cambi si stabilizzano, nel senso che mantengono lo stesso segno per più tempo, si procede alla svalutazione o alla rivalutazione del cambio. In caso di svalutazione, l’autorità monetaria stabilisce una nuova parità a un livello superiore al precedente; la rivalutazione si verifica, all’opposto, con la fissazione della nuova parità a un livello inferiore.
Effetti della svalutazione
La svalutazione può provocare effetti positivi sull’economia di un paese. In effetti essa è in grado di dare impulso alle esportazioni, visto che i prezzi delle merci prodotte all’interno risultano più convenienti per gli operatori esteri: ciò si verifica a condizione che l’inflazione non aumenti, perché eventuali aumenti dei prezzi finirebbero per compensare le diminuzioni. C’è anche da dire che i tassi di cambio hanno subito nel tempo delle ampie oscillazioni: quindi è interessante chiedersi quali fattori sono in grado di influenzare queste oscillazioni. In estrema sintesi, possiamo affermare che i mutamenti dei cambi dipendono dal buono stato di salute dell’economia del paese cui la valuta si riferisce. Quel paese, infatti, in cui l’inflazione è bassa (e quindi il potere di acquisto della moneta è stabile), in cui i saggi di interesse sono alti (il che assicura una buona remunerazione ai capitali investiti) e che presenta un sistema politico e giuridico abbastanza stabile (la qual cosa offre la garanzia per la sicurezza degli investimenti da effettuare) vedrà sicuramente aumentare la domanda della sua moneta e, di conseguenza, anche il suo valore di cambio. Un importante fattore è anche legato alla situazione della bilancia dei pagamenti. Pertanto, i cambi che si formano sul mercato valutario sono influenzati dall’andamento della domanda e dell’offerta; dobbiamo però ricordare che questo mercato può funzionare in maniera diversa, secondo le regole che vengono applicate dalle autorità monetarie dei vari paesi. Queste autorità possono fissare i rapporti di cambio tra le monete e impegnarsi a intervenire per mantenerli rigidamente entro determinati limiti, oppure possono lasciare piena libertà d’azione agli operatori privati, abbandonando il sistema alle regole del mercato.
SIMONE RICCI