I fattori che determinano i tassi di interesse
Introduzione
Anzitutto, ci possiamo chiedere: qual è la differenza tra tasso di interesse semplice e tasso di interesse composto? Il tasso di interesse composto si basa sostanzialmente sull’assunto che ogni interesse o altro tipo di rendimento, il quale è maturato su una somma di denaro investita per un certo periodo, sia reinvestito in maniera immediata. Al contrario, il tasso di interesse semplice presuppone che gli interessi che sono maturati non vengano poi reinvestiti in una fase successiva. Partendo da questo presupposto, può cominciare un breve excursus sul mondo dei tassi di interesse e sulle loro caratteristiche.
Il confronto dei vari rendimenti
In genere, non è sempre possibile andare a confrontare quelli che sono i rendimenti a sconto con i rendimenti di altri titoli (i cosiddetti rendimenti “non a sconto”). In effetti, alcuni strumenti che appartengono al mercato monetario sono trattati a sconto, vale a dire, utilizzando un termine finanziario, sotto la pari. Ciò vuol dire che il loro rendimento viene ottenuto dall’acquisto del titolo al suo valore nominale scontato e, in aggiunta, dal rimborso del valore nominale a scadenza. È comunque molto difficile andare a effettuare un confronto tra questi tipi di rendimento con il rendimento di altri titoli. Ad esempio, il rendimento a sconto tende a utilizzare il prezzo finale o il valore nominale del titolo, come prezzo di base nel calcolo del tasso di interesse annualizzato; al contrario, i rendimenti delle obbligazioni equivalenti si basano essenzialmente sul prezzo di acquisto di un determinato titolo. Quando si parla di tassi di interesse, poi, è normale andare a fare un collegamento con i fondi mutuabili. È il comparto delle famiglie (vale a dire i consumatori) quello che è maggiormente fornitore di questo tipo di fondi: in effetti, le famiglie vanno a fornire fondi mutuabili quando hanno reddito in eccesso, oppure quando vogliono modificare la destinazione delle attività del proprio portafoglio titoli. Le stesse famiglie, poi, decidono qual è la somma da investire in base al livello dei tassi di interesse e al rischio dell’investimento che è stato effettuato. Un’altra categoria di fornitori è rappresentata dalle imprese, le quali molto spesso possono beneficiare di flussi di cassa in eccesso da poter investire per brevi periodi di tempo in attività finanziarie. Inoltre, vi sono anche alcuni soggetti appartenenti al settore della pubblica amministrazione (come possono essere, ad esempio, le Regioni o i governi locali) e gli investitori esteri che vanno a valutare, tra l’altro, le loro necessità di spese future.
I fondi mutuabili
Talvolta, le famiglie ricorrono anche al prestito nei mercati finanziari: tale domanda è sostanzialmente finalizzata all’acquisto di abitazioni, beni durevoli e non durevoli. Anche le imprese possono ricorrere al prestito di questi fondi, al fine di finanziare degli investimenti in attività a lungo termine e per necessità di capitale circolante a breve termine. Anche i soggetti della pubblica amministrazione sono grandi utilizzatori e fruitori di questo tipo di fondi, così come gli operatori esteri, i quali in questo modo vanno alla ricerca della più conveniente fonte di fondi sul mercato mondiale. C’è comunque da precisare che uno dei principali fattori che va a determinare lo spostamento della curva di offerta dei fondi è la ricchezza. All’aumentare della ricchezza totale degli operatori del mercato finanziario, il valore assoluto da investire aumenta (la curva si muove in basso e verso destra). Un altro fattore importante in questo senso è il rischio: al diminuire della rischiosità di un determinato strumento finanziario, aumenta la sua appetibilità.
Brevi cenni ai mercati monetari
In primo luogo, gli strumenti di mercato monetario sono negoziati in grossi tagli; tutto ciò perché in questa maniera i costi di transazione risultano molto più contenuti rispetto agli interessi che si provvede a pagare. Poi, gli strumenti dei mercati monetari presentano un rischio di insolvenza molto basso, vale a dire che è improbabile che l’emittente ritardi il pagamento degli interessi e il rimborso del capitale alla scadenza. Infine, i titoli del mercato monetario possiedono una scadenza all’emissione che è pari o al massimo inferiore ai dodici mesi. In questo senso, assume rilevanza parlare delle transazioni che avvengono nell’ambito dei depositi interbancari: le transazioni in depositi di questo tipo assumono la forma di prestiti che non sono garantiti a breve scadenza, per lo più, utilizzando una terminologia anglosassone, “over the night” (si tratta dello scambio di fondi effettuato nella giornata di negoziazione con rientro nella giornata lavorativa successiva). I tassi di interesse quotati in tal caso sono calcolati sulla base dell’anno commerciale. Per quel che concerne infine il pronti contro termine, in queste operazioni un determinato soggetto si impegna a vendere una quantità di titoli a un altro soggetto, con la promessa di riacquistarli a un prezzo e a una data futura già prestabiliti. È quindi un prestito di depositi interbancari con una garanzia, nel quale quest’ultima viene rappresentata per l’appunto dai titoli.
SIMONE RICCI