Gestione fondi: la concorrenza delle banche straniere

Introduzione

Sta circolando una stima da parte di un banchiere secondo cui lo scudo per le piccole e medie private bank può avere validità fino a cinque anni della raccolta ottenibile in situazioni normali: si tratta, quindi, di un’occasione unica per guadagnare masse a costo zero. Tutto questo ragionamento spiega come mai le private bank italiane oggi sono così agguerrite di fronte al nuovo condono fiscale dei capitali esportati illegalmente all’estero. Ma gli operatori del nostro paese devono anche fare i conti con le private bank estere, le quali non sono per nulla contente di vedersi strappare i propri clienti oltre confine: c’è però anche da fare i conti con il loro minore appeal sui clienti italiani rispetto al passato. Gli scudi fiscali approntati nel 2002 e nel 2003 avevano favorito soprattutto gli istituti svizzeri. Ubs e Crédit Suisse in testa tra tutte, anche perché i clienti allora erano poco restii a lasciare la propria banca di riferimento. Ma la crisi dell’ultimo anno e mezzo ha colpito alcuni dei più blasonati gruppi internazionali: questi ultimi, quindi, si trovano oggi in difficoltà nel proporsi come gestori dei capitali scudati a coloro che, proprio all’estero, avevano investito in hedge fund e in asset strutturati diventati improvvisamente illiquidi.

 

La tendenza attuale delle private bank in Italia

Sempre a seguito della crisi, alcune private bank hanno provveduto a ridimensionare i propri programmi di crescita in Italia. Come emerge da alcune recenti indagini, dopo sette anni consecutivi di crescita, nel 2008 c’è stato un brusco stop della crescita degli operatori stranieri in Italia, i quali oggi ammontano a 38. Sempre a fine 2008, gli asset under management che si spartiscono le private bank in Italia ammontano a 504 miliardi di euro, in gran parte dovuti alle perdite subite dalle borse internazionali, per un totale di 607.580 clienti. Dopo il fallimento di Lehman Brothers, ora la squadra delle private bank estere è destinata a perdere un altro player di primissimo piano come Citigroup. Anche il gruppo bancario svizzero Corner banca ha deciso di abbandonare le sue attività di private banking sul mercato italiano. Non si tratta dunque di una situazione semplice e si sta verificando proprio alla vigilia di questo scudo fiscale che dovrebbe dare una poderosa spinta a tutto il settore. Favorite nell’avere maggiori chance per approfittare dell’operazione del rientro dei capitali possono essere sicuramente le banche internazionali, con una presenza forte in Svizzera. Favorito è anche chi ha una base in piazze che sono state meta negli anni passati dei capitali in fuga dall’Italia, come ad esempio Montecarlo. Ciò nonostante, molti big esteri preferiscono per il momento non uscire allo scoperto.

 

Le principali banche e fondi obbligazionari attivi

Suddividiamo anzitutto i fondi azionari e obbligazionari a seconda del loro rendimento e della loro provenienza. 1) Fondi azionari internazionali (Eurom Flex Dividend, Ducato Geo It Alto, MS Symphonia C Vivace e Ducato Geo Globale). 2)Fondi azionari Europa (Kairos Partners Small Cap, Alboino Re, Nextam Azionario Europa). 3)Fondi Azionari Usa (Eurizon Az PMI Am, Bnl Azioni America, Alto America Azionario, Fondersel America, Bim Azionario Stati Uniti). 4)Fondi azionari specializzati (Anima Emer Markets, Anima Asia, Alto Pacifico Azionario, Fondersel Oriente, Eurizon Az Salute e Amb). 5)Fondi bilanciati (Bnl Protezione, UBI Portafoglio Moderato, MS Symphonia C Adagio, Arca TE, Nextam Bilanciato). 6)Fondi obbligazionari (Arca Bond Dollari, Gestielle Bond $ cl A, Bipiemme Pianeta, Nordfondo Obb Dollari, Carige Obbligazioni Internazionali cl A). 7)Fondi monetari (Epsilon Cash, Sai Performance). 8)Fondi flessibili (Gestielle TR Globale, Agoraflex, Eurizon Team 1, Eurizon Team 2, Eurizon Focus Rend). Vediamo ora invece come sono posizionate le principali banche straniere che sono attualmente attive nel private banking in Italia. A)Svizzera (Ubs, Crédit Suisse, Pictet & Cie Europe SA, Banca Commerciale di Lugano, Banca del Ceresio, Banque Morval). B)Stati Uniti (Citi Pb, Morgan Stanley, JP Morgan, Goldman Sachs, Merril Lynch). C)Francia (Bnp Paribas, Européenne de Gestion Privée, Crédit Agricole, Lcf Rotschild). D)Regno Unito (Schroders, Barclays, Atlas Capital Group, Europe Arab Bank). E)Austria (Alpenbank, Hypo Tirol Bank, Raiffeisen Salzburg). F)Germania (Deutsche Bank, Sal Oppenheim, Vontobel). G)Paesi Bassi (Bank Insinger de Beaufort, Fortis Bank). H)Lussemburgo (Cofi-Cassa Lombarda, Farad Investment Advisory). I)Principato di Monaco (Compagnie de Gestione Privée Monegasque). L)Spagna (Banco Santander).

 

Quali sono i vantaggi di un operatore estero

Nelle ultime settimane, si sono andati a costituire dei veri e propri team composti da esperti di diverse nazionalità, soprattutto dall’Italia, dalla Svizzera e dal Lussemburgo: essi, grazie anche a collegamenti con controparti e studi professionali, dovrebbero essere in grado di affrontare qualsiasi problematica in materia di rientro dei capitali dall’estero. La doppia natura, italiana e internazionale, consente dunque di riuscire a gestire in maniera privilegiata i rapporti con tutti gli operatori esteri, andando a dialogare in diverse lingue (inglese, tedesco e francese, ad esempio) con gli attuali soggetti che sono incaricati di gestire i patrimoni italiani depositati all’esterno.

 

 

 

SIMONE RICCI