Fassina scopre "L'evasione di sopravvivenza"

Filomena Spisso
  • Autore - Laurea in scienze politiche

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Stefano Fassina, viceministro dell’Economia, durante il convegno della Confcommercio ammette che esiste anche “un’evasione di sopravvivenza”: scoppia il caso politico.

Un esponente del governo di centrosinistra, viceministro del dicastero dell’Economia, sottolinea che il  mancato pagamento delle tasse a volte diventa una necessità: “Senza voler strizzare l’occhio a nessuno e senza ambiguità nel voler contrastare l’evasione ci sono ragioni profonde che spingono molti soggetti verso comportamenti di cui farebbero a meno”. Ed è bufera.

Iniziamo dal numero 1 della Cgil, Susanna Camusso, che definisce l’uscita di Fassina non “ solo una battuta infelice, ma è un drammatico errore politico”.

Il capogruppo del pdl al senato, Renato Brunetta, accoglie favorevolmente le esternazioni del viceministro: “Talvolta si lascia trascinare dall’istinto di verità e stupisce piacevolmente. Quando sostiene che questa spaventosa pressione fiscale induce gli onesti a evadere per sopravvivere, mi pare di sentire quel Berlusconi che i compagni del suo partito azzannavano come complice degli evasori. Benvenuto nel Popolo della liberta”.

Dal Pd si cerca di buttare acqua sul fuoco cercando di far rientrare la polemica, anche se la linea da seguire appare molto chiara “L’evasione si combatte punto e basta. Le parole di Fassina sono state interpretate con troppa malevolenza: non si può farlo passare come uno che pensa che gli evasori abbiano ragione, non è così, non è quello che sta facendo”: queste le parole del segretario Epifani.

La realtà è una sola: troppa evasione e troppe tasse, ovvero un circolo vizioso da cui sembra  impossibile uscirne.