Dopo l'Imu arriva la bufera Iva

Filomena Spisso
  • Autore - Laurea in scienze politiche

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Dopo l’accordo sull’abolizione dell’Imu la stabilità del governo è nuovamente a rischio, dopo il nuovo scontro che da ieri si è aperto sull’aumento dell’Iva che dovrebbe partire dal 1° ottobre.

È stato il viceministro Pd all’Economia, Stefano Fassina, a sottolineare che la cancellazione dell’imposta sugli immobili ha sottratto risorse essenziali che difficilmente impediranno un nuovo rinvio dell’Iva.

Altolà da parte del Pdl con Silvio Berlusconi che continua a sostenere che l’Iva non deve essere assolutamente toccata, in quanto non è detto che determini un incremento delle entrate erariali.

Per Fassina la vittoria del Pdl sull’Imu comporterà invece un’inevitabile aumento dell’aliquota dell’Iva dal 21 al 22%.

Replica da parte del capogruppo del Pdl alla Camera, Renato Brunetta, che ha affermato che non ci sarà nessun aumento dell’Iva da ottobre, come da accordi presi.

Anche secondo il ministro per gli Affari regionali, Graziano Delrio, l’avere tolto molte risorse con l’abolizione dell’Imu creerà non pochi problemi sulla questione dell’Iva.

Per la commissione europea è stato positivo scegliere di puntare a tagliare le spese invece che di aumentare le tasse, anche se l’Ue si riserva di valutare attentamente la situazione e vedere tutti i dettagli del decreto, in quanto è fondamentale rispettare gli impegni che hanno consentito di abrogare la procedura per deficit eccessivo.

Non bisogna comunque dimenticare che sarà introdotta la nuova service tax, con altri prelievi in arrivo sugli italiani, quindi questo “can-can” a volte sembra creato appositamente ad hoc.