Decreto Salva-Italia: le modifiche

Filomena Spisso
  • Autore - Laurea in scienze politiche

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La manovra Monti è passata: in pratica dal 2012 al 2014, una correzione di oltre 20 miliardi all’anno, con lo scopo di raggiungere il tanto agognato pareggio di bilancio.

Per fare ciò, il decreto salva-Italia è principalmente basato sulle entrate.

Infatti quest’ultime costituiscono circa i due terzi della manovra complessiva, con la pressione fiscale che quindi salirà al 45 per cento.

Dal lato dei tributi, oltre all’imposta sulla prima casa ed a quella sugli altri immobili, si evidenzia l’aumento dell’addizionale regionale Irpef con effetto già sull’anno in corso, l’incremento delle accise sui carburanti ed il prelievo sui beni di lusso.

Ovviamente la parte maggiore delle entrate proviene dalla nuova Imu sugli immobili, che permetterà un afflusso di entrate di circa 11 miliardi: 9 miliardi andranno allo Stato e 2 miliardi ai Comuni.

Per quanto riguarda i tagli di spesa riguardano soprattutto le pensioni, con la cancellazione dell’adeguamento all’inflazione per quelle medio-basse, che avrà effetto immediato, mentre negli anni successivi si punterà ad una riduzione della spesa, grazie all’aumento dell’età pensionabile.

Dal lato della misure attuate per la crescita, i principali provvedimenti presi sono la riduzione del’Irap, per la parte che grava sul costo del lavoro, ed inoltre la detassazione degli utili che vengono reinvestiti in azienda.