Dal 2011 parte lo spesometro
L’ amministrazione finanziaria dal 2011 avrò un nuovo strumento per individuare potenziali evasori che occultano materia imponibile e non pagano le tasse previste. Infatti come sappiamo la piaga dell’ evasione assume contorni preoccupanti in Italia, ed i dati che segnalano circa 100 miliardi di euro di tasse non pagate l’ anno, confermano che non vi è da stare tranquilli. I governi che si sono succeduti negli ultimi anni hanno tentato in diverse maniere di tentare di arginare l’ evasione, ed infatti i provvedimenti hanno avuto caratteristiche diverse ma la stessa finalità, che è quella di fare in modo di colpire i ” furbi” che preferisocno non dichiarare il dovuto, o non dichiare affatto.
L’ amministrazione finanziaria da un pò di tempo a questa parte ha concentrato i suoi sforzi sul calcolo del reddito presunto, rafforzando lo strumento del redditometro, e sembra che gli sforzi vengano premiati , visti i dati inerenti il recupero di imponibile ed il gettito procurato. In particolare gli operatori economici dal 2011 avranno l’ obbligo di comunicare gli acquisti da parte dei clienti di beni o servizi che superano una determinata soglia, soglia economica che verrà determintata con un provvedimento da parte dell’ Agenzia delle Entrate. In questo modo le spese fatte andranno in una banca dati che verrà sfruttata per individuare quei soggeti che spendono importi non giustificabili dal reddito dichiarato. Il provvedimento che l’ amminsitrazione emanerà a breve, dovrebbe distinguere tra operazioni commerciali effettuate tra privati ed operazioni commerciali effettuate tra possessori di partita iva. si badi bene che si parla di operazioni commerciali e che non sarà necessario l’ emissione della fattura per l’ effettuazione della comunicazione all’ amministrazione finanziaria. Il provvedimento potrebbe stabilire che gli operatori commerciali debbano obbligatoriamente comunicare gli acquisti già dal 2011, mentre dal 2012 l’ obbligo scatterebbe anche per gli operatori non commerciali.
A titolo di esempio se un contribuente acquistasse un’ autovettura o un gioiello del valore superiore ai 3000 euro ( o 3500 euro la soglia verrà stabilità col provvedimento in esame) il rivenditore richiederà il codice fiscale dell’ acquirente e probabilmente lo stesso sarà inserito nello scontrino rilasciato. Successvamente il negoziante comunicherà all’ agenzia delle entrate il nome dell’ acquirente in modo che l’amministrazione finanziaria inserisca la spesa nel proprio database e possa avere la possibilità di ricostruire il reddito presunto anche attraverso le spese di importo rilevante sostenutte. In caso di controllo spetterà al contribuente controllato giustificare come abbia reperito le somme necessarie per le psese effettuate. Tali norme sono contenute nell’ articolo 21 del Dl 78/2010, che dà impulso alla ricerca degli evasori attravero il redditometro e la determinazione del reddito presunto che dovrebbe avere efficacia anche nei confronti delle frodi iva, frodi molto frequenti nell’ ambito dell’ acquisto di autovetture che determinano evasione delle imposte a cascata ( le osiddette frodi carosello ).