Crisi: crolla il potere d'acquisto

Filomena Spisso
  • Autore - Laurea in scienze politiche

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Ancora segnali negativi per l’economia del nostro paese: secondo gli ultimi dati dell‘Istat, il reddito disponibile delle famiglie è calato del 2% ed il potere d’acquisto reale sceso del 4,7%.

Si tratta del dato peggiore dal 1990, con riferimento all’anno 2012.

L’Istituto di statistica comunica che anche la propensione al risparmio è scesa ai minimi degli ultimi 22 anni.

È stato confermato il deficit al 3% del Pil dopo che nel 2011 aveva toccato il 3,8%, mentre numeri peggiori per il Prodotto interno lordo, che nel 2012 è diminuito del 2,5%, rispetto alla stima di marzo pari al 2,4%.

Gli investimenti fissi lordi sono scesi dell’8,3%, mentre i consumi nazionali calano del 3,8%.

Dato positivo per le esportazioni di beni e servizi, cresciute del 2%, mentre le importazioni hanno registrato una flessione del 7,4%.

In diminuzione il valore aggiunto in tutti i comparti. In testa le costruzioni, con un -5,8%, l’agricoltura con un -4,4%, l’industria con un -3,1% ed i servizi, che registrano un calo dell’1,7%.

Ultimo dato quello relativo alla pressione fiscale, che l’Istat ha confermato: nel 2012 è cresciuta al 44% del Pil.