Crescita degli stipendi è ai minimi dal 1983
L’Istat ha reso noto che la crescita degli stipendi è ai minimi dal 1983: nel mese di marzo la crescita delle retribuzioni contrattuali orarie, in rialzo dell’1,2%, se rapportate alla crescita del 3,3% del livello d’inflazione su base annua, hanno evidenziato una forbice di 2,1 punti percentuali, che è il divario più alto dall’agosto del 1995.
In pratica le condizioni di reddito dei lavoratori continuano a peggiorare, in una situazione dove i contratti di lavoro privato presentano molte difficoltà di rinnovo.
Infatti l’Istat ha reso noto che un dipendente su tre è ancora in attesa proprio del rinnovo contrattuale: nel mese di marzo, viene infatti sottolineato che sono in attesa di rinnovo 36 accordi contrattuali, di cui 16 concernenti la pubblica amministrazione e che riguardano circa 4,3 milioni di dipendenti, che rappresentano il 32,6% della forza lavoro.
Rallentano quindi le retribuzioni contrattuali orarie, che sono rimaste ferme agli stessi livelli di febbraio, registrando un incremento dell’1,2% su base annua: è la progressione più bassa dal 1983.
Con riferimento invece al primo trimestre dell’anno, le retribuzioni sono cresciute dell’1,3% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Per quanto riguarda i comparti che a marzo presentano i maggiori incrementi tendenziali sono il tessile, l’abbigliamento e la lavorazione pelli, in crescita tutti del 2,9%, ed il chimico, il settore di gomma, plastica e quello delle lavorazioni dei minerali non metalliferi, tutti in crescita del 2,7%.