Cosa è il denaro
Cos’è il denaro e come funziona la moneta ed il sistema del credito?
Bisogna prima di tutto rispondere alla domanda del titolo; che cos’è il denaro? Tradizionalmente, le funzioni del denaro sono quattro:
- misura del valore;
- intermediario nello scambio;
- mezzo di pagamento;
- deposito di ricchezza.
Non c’è ovviamente nulla da dire sulle prime tre definizioni. Ma qualcosa da obiettare invece esiste sul fatto della ricchezza. Secondo alcune visioni economiche, infatti, il denaro non è e non rappresenta ricchezza; come esempio storico si prende a riferimento il caso degli spagnoli che, nel ‘600, ricchi dell’oro e dell’argento rapinato agli indios, si ritrovarono più poveri di prima. Chi detiene il denaro è in possesso di una promessa che qualcuno, per il momento indefinito, farà qualche cosa per lui (gli fornirà una merce, un servizio…); la moneta, invece, è il segno e il simbolo dell’esistenza di questa specifica promessa.
Se il denaro è una promessa, allora la moneta è una convenzione con cui si concorda che un determinato soggetto funziona come garanzia di essa, come titolo di credito. Infatti, il denaro, quale che sia la sua forma, è sempre un credito.
Il denaro come fine e la fine del denaro
Il denaro dunque non è mai stato così presente nella nostra esistenza come lo è oggi che, fisicamente, è assente. Esso impregna la nostra mentalità, modella le nostre coscienze, determina i nostri stili di vita. Non abbiamo il tempo di vivere il presente perché ci viene rubato dal futuro: questi sono i ritmi cui ci obbliga la logica del denaro. I due orgogli della società liberale uscita dalla Rivoluzione Industriale, vale a dire il primato della politica e della democrazia, si sono sottomessi nel tempo alle leggi del mercato finanziario internazionale: è logico dunque come i governanti e le loro scelte dipendano dal denaro e dalle strutture che lo governano.
Denaro e benessere dell’uomo non hanno nulla da dover spartire, anzi si trovano su due sponde esattamente opposte: come si può osservare facilmente, la ricchezza aumenta e la popolazione tende a impoverire.
Sembra che ci sia qualcosa che non quadri e invece quadra tutto benissimo, dato che il valore è il denaro e nient’altro. Gli uomini sono valutati in base a ciò che guadagnano e le disuguaglianze, dal momento in cui ha preso piede l’economia della moneta, non hanno fatto che incrementare. I valori che distinguono la società moderna da tutte le altre si rifanno senza dubbio al primato della visione economica, secondo la quale in un mondo di oggetti non possedere significa non esistere. Come scrive Bazelon nel suo saggio del 1964 “L’economia di carta”: Il denaro finanziario non è denaro da spendere. Con esso non si compra mai nulla, ma serve a guadagnare altro denaro. E quando poi si è in pieno movimento, non si compra nulla nemmeno col denaro guadagnato su quello adoperato per guadagnarlo, e così via.
Il sistema del credito
Così dunque funziona anche il circuito creditizio internazionale: crediti enormi, ormai inesigibili, vengono pagati sempre più spesso aprendo altre linee di credito al debitore. Vale a dire che il creditore paga il debitore perché lo paghi a sua volta e soddisfa la promessa di pagamento di cui è detentore con un’altra. È in questo modo che funziona l’attività industriale, ma anche quella commerciale. Non si producono infatti o vendono cose utili a chi non le ha, ma si produce per poter ottenere valore di scambio e cioè puro e semplice denaro.
A questo punto della storia dell’uomo il denaro è divenuto la sostanza materiale dell’esistenza. È diventato la vera comunità. Cosa rappresentano allora i risparmiatori? Sono coloro che finanziano in via strutturale i soggetti che maneggiano molti soldi, coloro che risparmiano perché temono (a causa della disoccupazione e dell’abbassamento progressivo dei salari) per il futuro.
Ma più che il futuro, è proprio il denaro ad essere diventato precario. Nel tempo si è fatto sempre più strada il principio che non è ricco chi si impegna nel lavoro, ma chi lavora maneggiando e utilizzando il denaro. Siamo dunque giunti al denaro inteso come “denaro finanziario”: è un percorso obbligato, perché esso sta a quello, per così dire, commerciale, come il missile atomico alla pallottola. Inventata l’una non si può che arrivare all’altro.
Si tratta di un percorso durato circa tremila anni; dalla moneta-merce (buoi, riso, sale, pelli…) alla moneta (coniata in metallo prezioso), fino alla moneta cartacea (convertibile in oro e argento), alla banconota (la quale non è più convertibile nei metalli preziosi), alla moneta scritturale (assegni, depositi, partite di giro) e, infine, alla moneta elettronica (plastic card, chip card…).
Si spezza così l’ultimo legame tra denaro e materia e l’unico elemento frenante di una finanza completamente virtuale sono le persone. Come ha scritto Karl Marx: “Il materiale in cui si esprime questo simbolo (il denaro) non è indifferente, per quanto diverso si presenti storicamente. Insieme al simbolo, lo sviluppo della società elabora anche il materiale a essa sempre più corrispondente”. A un denaro virtuale non può che corrispondere una società sempre più virtuale.