Confcommercio: livello dei consumi fermo al 1999

Filomena Spisso
  • Autore - Laurea in scienze politiche

Ad inizio anno in genere vengono comunicati alcuni dati riepilogativi che aiutano a capire l’ andamento dell’ economia nazionale ed il trend che si è verificato nel breve periodo. In particolare l’ Istat ha già elaborato il dato relativo al terzo trimestre 2010 che riguarda l’ indebitamento da parte delle amministrazioni pubbliche in rapporto al Pil. Se nel terzo trimestre 2009 tale rapporto era stato pari a 3,9 per cento, nel 2010 si registra una decisa flessione nello stesso periodo. Infatti l’ indice segnala un più 3,2 per cento.

Altro dato decisamente poco confortante è trasmesso da uno degli istituti più rappresentativi del bel paese, la Confcommercio. In pratica secondo l’ ente i consumi sono fermi al 1999, e l’ indebitamento è diminuito rispetto ad un più 5,5 per cento dell’ anno 2009. Le entrate totali son aumentate dell’ 1,7 per cento su base annua rapportando i due periodi del 2009 e quello del 2010. Il dato sui consumi è forse quello più allarmante in quanto secondo i dati in possesso di Confcommercio l’ arretramento nel biennio 2008 – 2009 è stato pari a circa 2,1 punti percentuali per anno, riportando di fatto i consumi al  livello del 1999. Pertanto la vera ripresa avverrà presumibilmente nel 2012. L’ organizzazione evidenzia anche come nonostante la caduta del reddito delle famiglie, queste ultime si sono comunque adeguate alla minore possibilità di spesa e che si sono dimostrate comunque reattive, riducendo di fatto al minimo la caduta dei consumi. Le riduzioni maggiori hanno comunque riguardo più che altro i beni secondari. Infatti le spese per viaggi e vacanze e quelle per ristoranti e consumi di cibo fuori casa hanno cali di circa 3 punti percentuali. Cali simili hanno anche le spese per abbigliamento e quelle che riguardano le comunicazioni. In crescita le spese sostenute per la salute e per elettrodomestici. La ripresa appare ancora lontana e se si guarda al reddito minimo si capisce come questo sia ancora ai minimi storici. Buone notizie non provengono neanche dal mercato del lavoro dove comunque tutto è ancora fermo ed anche la ripresa dell’ occupazione non è ancora decollata. Per il 2010 infatti Confcommercio vede un Pil in aumento dello 0,4 per cento e quest’ anno l’ aumento dovrebbe essere di circa 0,9 punti percentuali, mentre la vera ripresa che probabilmente si concretizzerà nel 2012 avrà come conseguenza un aumento di 1,6 punti percentuali di Pil.

Il presidente Sangalli vede delle nubi all’ orizzonte anche per il 2011 se non si interviene efficacemente. Infatti nel 2010 vi sono stati circa 25 mila esercizi in meno e nel 2011 la situazione potrebbe esse anche critica se non si interviene per ridurre le tasse con una riduzione del carico fiscale complessivo ed attuare idonee politiche per lo sviluppo dell’ occupazione, sopratutto quella giovanile e femminile, visti i dati negativi che ultimamente sono stati pubblicati dall’ istat.