Cgil: 9,41 milioni lavoratori a disagio
Cresce la sofferenza ed il disagio sociale in Italia, con 9 milioni e 410mila persone in difficoltà per essere senza lavoro o per situazioni di precarietà. Si tratta del livello più alto dal 2007. È quanto risulta dal rapporto periodico “Gli effetti della crisi sul lavoro in Italia” curato dall’Associazione Bruno Trentin della Cgil, con riferimento al terzo trimestre 2014.
Dall’indagine si evince che rispetto al 2013 è stata rilevata una crescita del 7,1 per cento, pari a +620mila unità, mentre se raffrontata al 2007 l’aumento è vertiginoso, pari ad un +65,1 per cento, ovvero una crescita di ben 3 milioni e 712mila unità.
Sempre in base allo studio dell’Associazione della Cgil, l’area che comprende disoccupati, scoraggiati e cassaintegrati è di quasi 5 milioni di persone, con una crescita praticamente più che raddoppiata (101,8 per cento) sul 2007.
Per quanto riguarda i soggetti che vivono una situazione di disagio (lavoro temporaneo involontario e part time involontario) risultano essere pari a 4 milioni e 455mila unità, con un incremento del 37,4 per cento, 1 milione e 212mila soggetti in più rispetto al 2007.
La disoccupazione italiana a novembre 2014 ha raggiunto il 13,4 per cento: soltanto Grecia, Spagna, Portogallo, Cipro e Croazia hanno un tasso maggiore del nostro in Europa.