Aumento Iva colpisce il popolo
L’aumento dell’aliquota dell’Iva colpirà soprattutto le fasce di reddito più basse: una perdita di 170 euro l’anno per coloro che dichiarano 7 mila euro.
Come al solito, saranno i ceti meno ricchi a pagarne maggiormente le conseguenze. È quanto calcolato dal Centro Europa Ricerche (Cer), che mette in risalto che si verificherà l’identica situazione di quando l’Iva nell’autunno del 2011 è cresciuta dal 20 al 21%.
Sempre il Cer spiega che l’ipotesi di uno scambio Irpef-Iva sarebbe ancora più deleterio, in quanto aumentare l’Irpef per scongiurare il rialzo dell’aliquota Iva, causerebbe una perdita netta compresa tra 50 e 200 euro l’anno per coloro che dichiarano fino a 20 mila euro, viceversa porterebbe soldi in più fino a 190 euro per il 10% dei ricchi.
Il Cer è comunque molto chiaro su un punto: l’aumento dell’Iva colpisce soprattutto i redditi più bassi mentre è sopportata bene da chi non ha problemi economici.
Basta considerare che tra i beni tassati al 21% ci sono le scarpe, l’abbigliamento, i giocattoli, i detersivi e la benzina.
Introdurre tasse che pesano di più su chi ha meno è davvero un contraccolpo insostenibile in un periodo di forte crisi come quello in cui stiamo vivendo. O forse sarebbe più opportuno utilizzare il termine “sopravvivendo”.