Ancora modifiche alla manovra

Autore:
Filomena Spisso
  • Autore - Laurea in scienze politiche

La manovra di ferragosto non trova pace, ed anche le ultime novità sul tema vengono subito smentite.

Infatti dopo il vertice di lunedì sembrava che gli esponenti della maggioranza fossero orientati ad abolire il prelievo irpef denominato contributo di solidarietà e dare invece una stretta sulle pensioni di anzianità non riconoscendo, ai fini pensionistici, gli anni svolti come servizio militare ed il riscatto del periodo di laurea.

Dopo una consultazione con il ministro sacconi però tale strada è sembrata non percorribile e si è preferito rimandare ogni modifica al sistema previdenziale a questo autunno quando una commissione apposita deciderà quali siano le azioni più convenienti da intraprendere. In particolare il mancato introito derivante dallo stralcio di tale emendamento potrebbe essere generato da una nuova stretta in materia di evasione.

Per quanto riguarda le nuove norme anti evasione infatti se ne aggiungeranno altre rispetto a quelle già decise dopo il vertice di lunedì. In particolare dai rappresentanti dell’ esecutivo era stato deciso un maggiore coordinamento con i comuni al fine di stanare gli evasori e nuove norme per quanto riguarda le società di comodo, società create al solo scopo di far godere dei beni i proprietari e pagare il meno tasse possibili.

Adesso nella nuova stretta contro gli evasori si aggiungeranno norme penali più severe per i reati tributari maggiori e la possibilità di revocare la licenza per l’esercizio commerciale il cui volume di affari si discosta notevolmente dal totale degli scontrini emessi. Inoltre verrà potenziato l’ istituto del redditometro e previsto che le società che sono in perdita per tre esercizi consecutivi vengano equiparate alle società di comodo eliminando di fatto la possibilità di dedurre i beni che vengono utilizzati in promiscuità tra socio ed impresa.

Inoltre se non bastassero tali ulteriori misure per aumentare le entrate si poterà l’iva per i beni non di prima necessità dal 20 al 21 per cento, come proposto dallo stesso presidente del consiglio. Sul tema però occorre dire che i tecnici del ministero del tesoro e lo stesso Tremonti non sono d’ accordo in quanto la misura avrebbe degli effetti recessivi.

Comunque è prevista a breve una riunione per porre la parola fine su pacchetto di emendamenti che la maggioranza dovrà proporre in parlamento, anche perché i tempi diventano sempre più stringenti. In particolare occorrerà anche tenere conto dell’ opinione di Bruxelles che ha già ribadito che le misure dovranno avere effetti strutturali e non solo una tantum. Si esclude pertanto l’ ipotesi di un condono fiscale o anche solo di un concordato in quanto tale misura no passerebbe il vaglio della comunità europea.