Tra Le Nuvole: recensione
Ryan è un uomo solo, belloccio e spietato. Il suo lavoro consiste nel viaggiare per gli Stati Uniti e licenziare le mele marce della sua azienda.
Vive praticamente sull’aereo, tanto che corre per il premio delle dieci milioni di miglia.
Un giorno, in uno dei suoi viaggi, incontra Alex, una donna che sembra essere la sua copia femminile.
Scaltra, sicura di sé e single, Alex cadrà però nelle braccia di Ryan e tra i due inizia una appassionante storia d’amore fatta di amplessi focosi negli incontri (quasi) clandestini.
Ryan, profondamente convinto che nella vita ci sia bisogno di indipendenza e che legarsi ad una donna per molto tempo sia sbagliato, perde la bussola.
Ebbro di viaggi, il suo continuo spostarsi da una città all’altra lo lascia frastornato, debole, vuoto.
Tra Le Nuvole è un film abile, diretto con grande maestria da Jason Reitman. Cosa conta nella vita? Un amore?
La carriera? L’egocentrismo? Il film mette sul piatto tutte queste domande e le sviluppa in maniera organica.
Reitman dipinge le relazioni di coppia come un inutile fardello da sopportare, è bravo, anzi bravissimo a caratterizzare i personaggi del suo film.
Questi entrano diritti nella nostra testa, ci lasciano attoniti, e vi rimangono dentro per molto tempo. Sceneggiatura semi-capolavoro Tra Le Nuvole è interpretato da un inguaribile George Clooney, a suo agio nei panni del castigatore Ryan. Il film sarà con ogni probabilità candidato agli Oscar nelle categorie che contano.
Da non perdere.