Total Recall Atto Di Forza Recensione: l’identità si crea nel presente!

Un nuovo Blade Runner, sorretto da una buona impalcatura narrativa. Ecco come definire il reboot di Total Recall. Un atto di forza davvero ben studiato, quello che costringe un uomo a cercare sé stesso, al di là dei condizionamenti della mente, scavando tra ricordi veri e fasulli. Un Matrix de la memoire, nel quale il protagonista, un operaio schiacciato dalla routine del suo lavoro, si getta, alla disperata ricerca di un bel ricordo. In fondo, tutti desideriamo qualcosa di più dalla nostra vita. Ma se l’incubo di ogni notte fossero opprimenti ricordi del nostro passato che cercano disperatamente di tornare in superficie?

Total Recall Atto Di Forza Recensione: l'identità si crea nel presente!

Della serie: non puoi fidarti neanche di tua moglie… E Douglas Quaid lo sa perché la sua Lori (una straordinaria Kate Beckinsale) diventa uno degli antagonisti più spietati nella storia del genere thriller. Tanto avvenente quando implacabile, dall’inizio alla fine. La rivincita della donne, anche nelle arti del combattimento. Una parità futuristica era più che desiderabile.

Total Recall Atto Di Forza Recensione: l'identità si crea nel presente!

Un thriller che si lascia spiegare ed attraversare, tra tunnel gravitazionali, macchine volanti e mille altre diavolerie cibernetiche senza mai replicarsi, senza mai schiacciare il freno. L’azione predomina sui sentimenti. Il combattimento sui buoni propositi e la Resistenza vince solo grazie alle contorsioni in assenza di gravità ed ai salti mortali da un ascensore gravitazionale all’altro! Una realtà costruita in 3D molto più reale e plausibile della realtà stessa e dunque decisamente ben riuscita!

La ribellione della Colonia mi ha ricordato i focolai nei distretti de La Ragazza Di Fuoco (ma questa è un’altra storia, libresca comunque, ma ugualmente d’impianto futuristico, e poi il film ancora deve venire alla luce!). L’annoso problema è sempre lo stesso, però: manipolazione dell’individuo, soggiogamento, predominanza gli uni sugli altri. L’emblema del soggiogamento, in un mondo messo in ginocchio dalle guerre biologiche, è la discesa: una sorta di “metro nucleare” in grado di trasportare in soli 15 minuti i cittadini delle Province britanniche alla Colona e viceversa! Inutile dire che la colonia orientale sia sfruttata, e ben presto il destino della sua gente sarà nelle mani di un solo uomo che pur non ricordando chi sia e nonostante venga tacciato di doppiogiochismo, ha una sola speranza: capire la sua identità dalla realtà circostante. I veri amici non lo sono. La moglie è una spia e tutti vogliono annientare l’unica chiave per sedare un’invasione che costerebbe la vita a migliaia d’individui.

La ricerca della propria identità è un percorso mobile, dinamico. Possiamo sapere con certezza chi siamo? Non ci stupiamo quotidianamente di ciò che siamo in grado di fare? Non sperimentiamo ogni giorno nuove attitudini e predisposizioni? Ci si può rifugiare in un sogno o in un ricordo fittizio. Possono cancellare ogni traccia del nostro io, ma questo, in qualche modo, tornerà a tracciare il nostro destino! Nessuno può schiacciare la nostra vera natura. Quaid voleva essere un agente segreto. Quaid lo è stato. Quaid è passato dalla parte della Resistenza. Sì, Quaid ha fatto tutto ciò, ma quello che più conta è quello che Quaid ha compiuto nel presente, quando ha fatto vincere la speranza sull’oppressione! E, visto il capolavoro registico, perdonerete la scarsa varietà espressiva del nostro protagonista, non è vero?

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