Speciale: Da Iron Man a Bush (parte I)

Tony Stark è un miliardario a capo della Stark Industries, azienda leader del settore armamenti. Quando si reca in Afghanistan per visionare un test bellico delle truppe americane a fronte del suo nuovo missile Jericho, viene rapito dal gruppo terroristico “I dieci anelli”, il cui capo Raza gli ordina di costruire il medesimo missile Jericho appositamente per loro. Stark, prigioniero, si ritrova con un elettromagnete trapiantato in petto per evitare che schegge di bombe, che lo avevano colpito durante l’assalto terroristico, raggiungessero il suo cuore.

Viene assistito dal dottor Yinsen nella creazione della super arma ma, per prima cosa, Stark realizza un reattore miniaturizzato, l’Arc, che alimenti l’elettromagnete, garantendogli la sopravvivenza. Questo mini reattore gli suggerisce l’idea di un’armatura corazzata a raggi repulsori, che costruisce al posto della bomba. Con essa riuscirà a scappare dalla prigionia, tornare in America, cambiare il target di produzione delle proprie industrie (dagli armamenti alle tecnologie rinnovabili come quelle dell’Arc) e perfezionare il modello di armatura in tre stadi, Mark I, II e III. Quando però Obadiah Stane, socio della Stark Industries e amico fidato del padre di Stark stesso, viene in possesso del prototipo dell’armatura Mark, cercherà di venderla al gruppo terroristico di Raza, con il quale  in passato aveva già allacciato rapporti come doppiogiochista rivenditore di armi prodotte negli Stati Uniti. Sarà la segretaria Pepper Potts, collaboratrice dei servizi segreti Strategic Homeland Intervention, Enforcement and Logistic Division (SHIELD) ad indirizzare Stark verso Stane, che lo sconfiggerà, ed entrerà nelle grazie dei mass media con il nome di Iron Man.

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Il film è (appunto) Iron Man (di Jon Favreau, 2008), adattamento hollywoodiano del soggetto ideato dal fumettista Stan Lee nel 1963. Facente parte a pieno titolo della schiera di supereroi chiamati in causa da Hollywood negli anni bui della lotta al terrorismo, Iron Man (Robert Downey Jr.) è esso stesso un supereroe atipico: duplice identità trasparente al pubblico, l’eroe Tony Stark non è dotato di poteri sovrannaturali, ma di poteri acquisiti per caparbietà e presa di coscienza, in un percorso performativo dove la dote economica, la fama e la leadership industriale costituiscono insieme le chiavi del successo.

Fortemente “aggiornato” al suo contesto storico di appartenenza, “Iron Man” riscrive buona parte del soggetto originale, per andare a comporre un potente apologo sugli Stati Uniti di George W. Bush. Stan Lee aveva ambientato le sue storie in Vietnam, il nemico Stane era un capitalista, ed i terroristi erano cinesi; il film di Favreau sposta invece le avventure in Afghanistan, il nemico Stane è un amico di famiglia, ed i terroristi sono afghani.

L’Iron Man del 2008 elogia la scelta del fare di necessità virtù: dalla guerra in Iraq se ne esce rinforzati, e dal contatto col nemico afghano se ne esce maturati. Facilmente individuabile è la simbologia utilizzata dal film per fare riferimento all’amministrazione Bush: l’alleanza con le parti “sane” presenti in territorio nemico è un fattore indispensabile per la vittoria in guerra degli Stati Uniti, così come l’alleanza con il prigioniero “buono” Yinsen, di origini afghane, è indispensabile affinché Stark realizzi il mini reattore Arc, che lo mantiene in vita; il “cattivo”, nel film come dal vero, è in casa, ed è colui che mina il liberalismo economico e la salute pubblica per perseguire interessi personali, a loro volta messi in gioco con rapporti con i terroristi.

(continua…)

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