Skyfall Recensione: tra classico e gothic!

L’agente 007 ha compiuto 50 anni e gli concederete qualche bersaglio mancato. Ammaccato, con la mano tremante per aver sfiorato la morte e psicologicamente instabile, sembra prossimo al pensionamento, quasi come un Batman “Dark!”. Poi, però, al pari del supereroe sa lavorare bene in quelle ombre che M evidenzia come covi del male. Si conoscono i propri nemici? O essi si sono nascosti dietro impenetrabili schermi, spiando ogni nostra mossa?

James Bond non delude mai, nonostante la staticità di Daniel Craig che raramente cede spazio all’ironia, ma che, in Skyfall, trova tempo per qualche lacrima. James Bond prevale per eleganza, diplomazia, astuzia ed anche fortuna (per non cadere in triviali espressioni che non si confanno alla maestosità del sicario della Regina).

Skyfall Recensione: tra classico e gothic!

Stavolta, però, la posta in gioco è alta, perché il mondo sta per scoprire i membri sotto copertura dell’MI6, l’agenzia di spionaggio britannico, gestita da M, donna di ferro dai mille segreti, tanto quanto la tenuta scozzese di Bond, impenetrabile esecutrice di discutibili scelte, non apprezzate da tutti, scelte che, a posteriori, potrebbero costarle la vita.

Perché la morte fa parte di questo action e la si incontra chiaramente anche nei titoli di testa, incoronati dalla calda e melodica voce di Adele. Rosso sangue, croci, ferite pulsanti. Una visionaria entrata per un Bond che sembra rinascere ogni volta dalle sue ceneri e che non è affatto pronto per le scartoffie. Il suo ruolo è sul campo.

Skyfall Recensione: tra classico e gothic!

All’algida presenza di Bond si contrappone la viscida schizzofrenia di Silva, il villain del film, interpretato da un talentuoso e disturbante più che mai Javier Bardem, sempre pronto a mettere in campo la sua visionaria follia, già mostrata in Non è un paese per vecchi. Silva ha tenuto testa ad un Bond stanco, ma la sua vendetta non si è compiuta come aveva sperato. Tuttavia, si prova un senso di condivisione per la sua scelta solitaria, dispotica e vendicativa. E’ come se non lo vedessimo mai totalmente negativo o crudele. Perché forse l’inutilità dell’agenzia è un dato condivisibile? Il fatto che si è tutti amici sino a quando un agente non compromette i vertici e dunque diventa solo un target da far sparire dalla faccia della terra? Se si è nelle mani di chi può decidere che si spari su di noi, si è davvero liberi? L’azione di Silva non è un’azione terroristica contro innocenti. L’azione di Silva è riservata a coloro che l’hanno usato, a suo dire, e poi miseramente tradito, vendendolo al nemico. Silva è l’espressione dei danni del potere, dei compromessi, degli errori di un sistema che dovrebbe difendere e che per questo scopo può classificare uomini come numeri. 007, in fondo, non è solo un numero? Ma forse Bond ama essere un numero, visto che la sua famiglia l’ha persa molto tempo fa, visto che adesso ha perso la gotica casa, quasi spettrale che celava tutti i ricordi di quella famiglia e visto ora ha perso anche M, l’unica, in fondo, a considerarlo come un figlio…

Ma non importa quale sia il prezzo da pagare, l’incravattato Bond sa sempre centrare il bersaglio, al momento giusto!

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