Pride & Glory – Il prezzo dell’onore. Edward Norton contro la polizia di New York
A New York quattro agenti della narcotici rimangono uccisi durante un’operazione di sequestro di droga. Ray Tierney (Edward Norton), figlio del capo dei detective di Manhattan, viene convinto dal padre ad indagare per conto proprio sul caso, dopo aver sentito puzza di bruciato. Suo fratello Francis, a comando del dipartimento, non sostiene l’operazione. Ray scopre che un altro agente della polizia, suo cognato Jimmy Egan (Colin Farrell), è in affari con il primo spacciatore di droga della Grande Mela, Ruben Santiago.
Gli uomini di Egan, forti del contatto con il boss Santiago, mettono in gioco la loro prepotenza nei confronti delle reti criminali che non sono sotto il suo controllo, e fanno fuori i colleghi poliziotti che non stanno al gioco. Quando però Santiago viene tradito dai suoi scagnozzi, i malavitosi del quartiere si ribellano ad Egan ed alla sua squadra di prepotenti, facendoli fuori in un raid armato, proprio mentre Ray Tierney si era deciso ad arrestarlo per corruzione e concorso allo spaccio di droga.
In questi ultimi anni, diciamo pure da “Mystic River” di Clint Eastwood in poi, il tema della prevenzione nelle forze di sicurezza statali è stato al centro del dibattito hollywoodiano. Con molte incertezze, sfaccettature e prese di posizione da parte dei “cattivi” di turno (pensiamo a “The Departed – Il Bene e il Male”). “Pride & Glory” va oltre: non solo gli organi di polizia sono inaffidabili per quanto riguarda la prevenzione del crimine, ma sono anche corrotti e cattivi al loro interno.
“Pride & Glory” concentra la questione della corruzione della polizia nei termini di un dramma personale, quello del protagonista Ray, che si trova a dover prendere una decisione nel mezzo delle sfere sentimentali e legali. Il film consegna un modello della corruzione come qualcosa di genetico, che appartiene senza straordinarietà alle istituzioni poliziesche.
Tutta la polizia di New York sa dei “giochi sporchi” dei propri dipartimenti, ma non interviene, perché è così e basta. Nessun protagonista al di fuori di Ray Tierney si scandalizza per la corruzione. Lottare contro questo stato delle cose è compito di una crociata personale, di un dramma di un pazzo che crede ancora nella giustizia e nella lealtà dello Stato.