Pearl Harbor: una commistione di storia e romanticismo!

Ogni volta che ci ritroviamo di fronte al film di Micheal Bay, per un attimo, ci troviamo paralizzato di fronte ad un pezzo di storia che, stranamente, non produce tedio. No. La sapiente commistione di soave musica, effetti perfettamente concepiti sebbene il film sia dei primi anni 2000 e di sentimenti per nulla taciuti ci immerge nell’atmosfera testa tra Stati Uniti e Giappone agli albori della Seconda Guerra Mondiale.

La pace iniziale di un’oasi militare felice viene improvvisamente sconvolta dall’attacco aereo a tradimento dei giapponesi che innescherà poi il futuro attacco americano. Pearl Harbor è un film veritiero che ci pone davanti a quelle emozioni naturali che la morte, la lotta per la vita, la guerra e la precarietà dei sentimenti suscitano al nostro cuore. Il triangolo amoroso coi due belli del film è struggente così come il destino di uno dei due innamorati. Ci troviamo di fronte alla morte. E la morte suscita sempre emozioni contrastanti: paura, incertezza, pianto, tenerezza, incredulità.

Il film ci fa simpatizzare, ovviamente, per gli americani, in questo caso colpiti a tradimento. Il montaggio ci fa entrare come spettatori sconvolti ed attoniti in questo pezzo di storia, tragico così come tragica è ogni guerra e non lo fa con delicatezza, ma spingendoci in campi di battaglia duri, sanguinosi, impietosi, dove la lotta per la vita non ha spesso successo, dove non vincono i più forti ma solo i più fortunati e dove i sentimenti sono messi a dura prova da una realtà inutile, ingiusta e poco risolutiva che prevede l’uso della violenza invece che della parola!

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