Killer Elite: tornare assassino… Per amicizia!
E’ uscito ieri nei cinema italiani Killer Elite, film diretto da Gary McKendry con nel cast Jason Statham, Clive Owen, Robert De Niro, Dominic Purcell ed Aden Young.
Nel 1980 Danny Brice ed il suo modello Hunter sono due killer al massimo livello, abitualmente reclutati per operazioni di spionaggio. Durante un’azione Danny corre il rischio di uccidere un bambino e la cosa lo mette in crisi. Si ritira dal servizio. Ma per lui non è finita e dovrà tornare ad uccidere quando uno sceicco, intenzionato a vendicare la morte di 3 dei suoi figli, prende in ostaggio Hunter che verrà liberato soltanto che Danny sarà capace di uccidere i tre killer, facendo sembrare tutti gli omicidi degli incidenti mortali. Oltre ad aver ottenuto una piena confessione sulle modalità degli omicidi stessi.
Primo lungometraggio per Gary McKendry, dopo una vasta esperienza maturata in spot pubblicitari ed un cortometraggio che ha ricevuto persino una nomination agli Academy Awards. Per questo suo primo lavoro importante decide di trarre spunto da un libro scritto da Ranulph Fiennes, basato (a detta dell’autore) su vicende realmente accadute, quando lavorava per l’esercito britannico. Il libro, pubblicato nel 1991, provocò molte polemiche nel Regno Unito.
Un sostrato “politico” che nel film vi McKendry viene opportunamente temperato, lasciando tutto lo spazio necessario all’azione, il vero ingrediente di questo film, che rispetta in tutto e per tutto i canoni del genere. Operazioni rischiose e complesse, “colpi di genio”, escamotage di ogni genere per uscire dai guai. C’è tuttavia anche una certa forza narrativa. La vicenda sembra concludersi dopo poco più di un ora; in realtà però mancano ancora 40 minuti alla fine del film. Ed è qui che entra in gioco la forza di una sceneggiatura ben scritta che “sposta” tutta la vicenda su un livello inatteso, ampliandone i tratti drammatici.