Il Segreto Dei Suoi Occhi: recensione

E’ finalmente arrivato nei cinema nostrani il nuovo bellissimo film di Juan Josè Campanella, coproduzione tra Spagna e Argentina con ricardo Darin, Soledad Villamil, Guillermo Francella e Pablo Rago.

Si chiama Il Segreto Dei Suoi Occhi, vincitore dell’Oscar 2010 come miglior film straniero.

Il concetto che sta alla base di questa pellicola, ne fa una produzione degna di nota al di là della capacità scenografica e cinematografica del regista e di quella recitativa degli attori.

Il protagonista Benjamin Esposito è un pubblico ministero che dopo la pensione comincia la stesura di un romanzo basato su un vecchio caso di parecchi anni addietro.

Il caso Morales è rimasto irrisolto. Una ragazza è stata stuprata e uccisa da un conoscente che l’ha fatta franca.

Juan Josè Campanella si avventura in questo che potremmo deifnire una sorta di thriller dalle implicazioni legali e dai risvolti morali, cercando di presentare l’impotenza umana di fronte all’evento nefasto della morte.

La morte genera ferite e lacerazioni insanabili in coloro che restano in vita, ferite che possono trasformarsi in ossessioni (vedi il marito della ragazza).

Ne Il Segreto Dei Suoi Occhi, inoltre, trova spazio la contrapposizione/similitudine tra due amori.

Da un lato quello avuto e perduto del signor Morales che ha perso la sua giovane e bellissima moglie. Dall’altro quello di Benjamin, vedovo di un amore perduto (ma in realtà mai avuto) nei confronti della bella Irene, impiegata del Ministero.

Se l’Oscar fa curriculum allora vale veramente la pena di vedere al cinema Il Segreto Dei Suoi Occhi, portavoce di un cinema (quello sudamericano) che sta prendendo sempre più piede anche oltre l’Oceano.

Meritandoselo, del resto.

Il Segreto Dei Suoi Occhi: recensione