Festival di Cannes 2011: protagonista di oggi We Need To Talk About Kevin di Lynne Ramsay
In questa luminosa seconda giornata del Festival di Cannes 2011 che ha visto l’apertura della vera gara, protagonista, fra le varie proiezioni in programmazione è il film dell’unica regista britannica in concorso: We Need To Talk About Kevin di Lynne Ramsay.
Perdonate, dunque, la mia solidarietà femminile, ma è su questa pellicola che mi concentrerò oggi. Anche perchè, lasciatemelo dire, quest’opera è un esempio di avanguardia che di certo non passerà inosservato agli occhi della Giuria. So (ed è così) che dovrei tifare Italia e basta, senza star qui a sottolineare gli assi vincenti degli “avversari”, ma è anche vero che amo il cinema, al di là della Nazione a cui appartengo e so che lo amate anche voi lettori di Cinema 10. Perciò come si fa a non chinare il capo e applaudire quando ci si trova davanti a un qualcosa di bello, che ti affascina, coinvolgendoti fino al midollo? Bisogna solo riconoscere la verità, quando è così evidente, non c’è altro da fare.
E We Need To Talk About Kevin, fra le tante virtù ha anche una verità in più rispetto ad altri movie del genere. Il film britannico affronta una particolare e tremenda tragedia familiare: l’esplosione di violenza da parte di un ragazzo, figlio di una coppia divorziata. Ma al contrario di sempre (o quasi) il punto di vista a sto giro si inverte. Non sono più gli adolescenti protagonisti a mostrarci gli eventi. Non soffriamo o ci arrabbiamo più attraverso i loro comportamenti. Non torniamo più indietro nel tempo, ricordando se anche per noi quel delicato periodo di vita era stato così duro e drammatico. No. In questo caso il “filtro” sono i genitori stessi. Ci troviamo quindi nei panni di un padre e di una madre e in special modo percepiamo il tutto attraverso quest’ultima, Eva, la giovane madre di Kevin. Sarà attraverso il suo pensiero e gli svariati sentimenti e stati d’animo che vivremo la storia.
Prima di andare avanti, ci tengo a darvi un assaggio del film attravero tre “trailer in bootleg”. Contenti? Bene, eccoli qui di seguito:
httpv://www.youtube.com/watch?v=fQEvdWH9djY
httpv://www.youtube.com/watch?v=sqQYjIF_nDw
httpv://www.youtube.com/watch?v=GlSB1iF1xy4
Il dramma è un riadattamento del romanzo americano di Lionel Shriver, il quale si basa sui vari e complessi tormenti che affliggono gli adolescenti e in particolar modo sul delicato rapporto madre e figlio. La donna, nella pellicola, è interpretata dalla superba (in senso di bravura) Tilda Swinton che in ogni singola espressione del viso, ancor prima di gesti e parole, trasmette con precisione da cecchino tutto ciò che le attraversa il cuore e la mente. Kevin è il figlio, primogenito, ragazzino a dir poco problematico fin dalla nascita. Ma è chiaro che per quanto dia da fare un bambino, per quanto pianga o non dorma o dimostri prematuramente di avere un carattere difficile, nessuna madre al mondo potrebbe mai arrivare a pensare e a credere che la propria creautura sia capace, un giorno, di uccidere sette raggazi suoi compagni di scuola. Proprio su questo si interrogherà senza tregua la Swinton. Perchè questo folle gesto? Cosa c’è che non và? Dove ho sbagliato?
La storia, così narrata e ancor più approfonditamente letta nel libro non può non farvi tornare alla mente l’orribile tragedia che nell’aprile del 1999 si è abbattuta sull’Istituto Superiore Columbine, non lontano da Denver, in Colorado. Eric Harris e Dylan Klebold, due studenti della scuola, si introdussero nell’edificio armati e aprirono il fuoco su numerosi alunni loro compagni e su alcuni insegnanti. Rimasero così uccisi 12 studenti e un insegnante, mentre 24 furono i feriti, compresi i 3 che riuscirono a fuggire all’esterno dell’Istituto. I due autori della strage, inoltre, si suicidarono sparandosi a loro volta e non si sa se per intenzione già premeditata o se per paura e rassegnazione legate al fatto appena compiuto e all’assedio nei loro confronti, dentro e fuori dalla scuola, per conto della polizia.
Un metodo ancora più coinvolgente usato dalla Ramsay nella sua opera è lo sdoppiamento dei piani temporali. Il film quindi non segue un filo conduttore preciso nel tempo, bensì le vicende si alterano, portandosi avanti e indietro, senza però confondere, ma, anzi, creando ancora più pathos. E lo stesso mostrano in esempio i trailer che avete visto prima, notando probabilmente i tagli di capelli differenti di lei e altri aneddoti capaci di mostrarvi anche solo uno scorcio di ciò che il film ha da offrire.
Nel cast, oltre alla già nominata ed evidenziata Tilda Swinton, troviamo John C. Reilly, Ezra Miller, Neil Hardy, Siobhan Fallon, Joseph Melendez, Ashley Gerasimovich e Leslie lyles.
Davvero un movie da non perdere, appena avrete l’opportunità di vederlo. Certo, bisogna avere lo spirito giusto e il momento dev’essere adatto, visto l’argomento trattato che non può assolutamente definirsi “leggero”. Però che merita assolutamente dovreste averlo ormai intuito…