Festival di Cannes 2011: L'Apollonide (Souvenirs De La Maison Close) seduce la kermesse

Il Festival di Cannes 2011 ha dato inizio al sesto giorno dove, in competizione con l’acclamato The Tree Of Life di Terrence Malick, troviamo il cupo e seducente L’Apollonide (Souvenirs De La Maison Close) firmato da Bertrand Bonello nel quale, tra l’altro, spicca la nostra Jasmine Trinca.

Il film racconta la storia viziosa di un rinomato bordello che si ritrova a dover chiudere, trascorrendo i suoi ultimi giorni di vita nella solita routine (se così possiamo chiamarla) che ci viene svelata attraverso i drammi, i piaceri, i segreti e i timori delle ragazze che ci lavorano.

Siamo all’inizio del XX secolo a Parigi. All’interno di una casa chiusa (una delle più famose) una prostituta viene orribilmente ferita e deturpata dalla follia sadica di un cliente, ritrovandosi con una cicatrice sul volto simile a un triste e perenne sorriso. Intorno a lei, dopo la tragica avventura, si affollano i corpi e le esistenze delle sue compagne, le altre prostitute che popolano il bordello. La realtà che vivono queste fanciulle è privata, unica, e non ha nulla a che vedere con la verità che esiste oltre le mura della loro dimora. Così come nessuna di loro ha conoscenza di ciò che accade fuori, il quel mondo esterno da cui provengono i clienti…

Ecco a voi il “trailer in bootleg”:

httpv://www.youtube.com/watch?v=e7juIynRhek

Uno spaccato che non lascia molto spazio all’immaginazione, ecco cosa ci offre Bonello. Dove non si aggiunge, però, tragedia alla tragedia. Semplicemente si narra il vero. Ciò che sappiamo accadeva. La “merce” esposta (perchè di questo si tratta) è di prima qualità all”Apollonide. E il nome della casa di tolleranza in questione è famoso non solo per l’eleganza e il buon gusto che offre, ma anche perchè a frequentarlo sono gli appartenenti ai ranghi più elevati della buona società.

La pellicola, comunque, non fa sconti. Un colpo al cuore, per intenderci, dall’inizio alla fine. Ma si sa che per fare determinati mesteiri ci vuole il “pelo” sullo stomaco e allo stesso modo Bonello lo richiede agli spettatori. Forse esagerando un poco, eppure non sbagliando in nulla. Dimostrandoci che ci vuole coraggio, scegliendo di fare un qualcosa, di farlo bene e di portarlo a termine con la stessa dedizione e metodicità riservata all’inizio, a partire dalle prime scene.

Nel cast, oltre alla Trinca, assisteremo alle ottime performance di Hafsia Herzi, Adele Haenel, Noémie Lvovsky, Louis-Do de lencquesaing, Lliana Zabeth, Xavier Beauvois, Lou Levy, Alice Barnole e Céline Sallette.

Un inchino, quindi e come sempre, al cinema d’autore. Quello spesso difficile da capire, da digerire, da seguire fino in fondo, che nello stesso tempo non delude, perchè senza troppi giri di parole lascia il segno, dicendoti quello che ti vuole dire. Mostrandoti nell’unico modo possibile il messaggio che ha voluto lanciare.

Festival di Cannes 2011: L'Apollonide (Souvenirs De La Maison Close) seduce la kermesse