La sinfonia delle cose mute di Bruno Pedretti

Autore:
Massimiliano Grimaldi
  • Direttore responsabile

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Questo romanzo di Bruno Pedretti pubblicato da Mondadori ci spalanca le porte della potenza della musica di Beethoven e dalla nona sinfonia, della potenza di un linguaggio primordiale, la musica, che viene prima delle parole e supera le parole stesse come capacità espressiva e potenza emotiva.

Trama La sinfonia delle cose mute

Le vicende raccontate nel romanzo si snodano in quattro momenti storici diversi e in luoghi fra loro distanti.

Vienna 1827

Vienna, 1827, una folla commossa tributa l’ultimo saluto al grande compositore Ludwing van Beethoven, fra questi c’è il giovane Gerhard von Breuning il quale ha capito come quell’uomo burbero e collerico a causa della sordità sia riuscito a cogliere, scavando negli abissi primordiali della propria umanità, l’essenza dei suoni che prendono vita diventando musica.

Tokyo 1872

Tokyo, 1872. Mori Noboru rientra in patria dopo quattro anni, era stato inviato in Europa per studiare la cultura dei “barbari” e per far si che il Giappone del nuovo corso dell’imperatore Meiji si aprisse al nuovo, accogliesse elementi della filosofia occidentale e imparasse ad amare la musica straordinaria di Beethoven. Ma le resistenze in patria sono fortissime, fino a diventare anche violente, l’unica che lo asseconda in tutto e per tutto è la sorella Yumi, che resta soprattutto folgorata dalla bellezza di quella musica.

Berlino 1947

Berlino, 1947. Il grande direttore d’orchestra Wilhelm Furtwangler torna a Berlino dopo aver subito un’umiliante processo per aver diretto i Berliner Filharmoniker durante il nazismo, e trova la città piena di macerie e sente che i fantasmi della guerra lo perseguiteranno per sempre, finché non incontra una pianista miracolosamente scampata alla guerra ed un misterioso giapponese innamorato di Beethoven, e allora capisce che la sua missione è preservare e proteggere la musica dalla sua impotenza politica.

Sudamerica primi anni 2000

Ed infine in una città del sudamerica nei primi anni duemila il grande direttore d’orchestra Jonas Weger si sente alla fine dei suoi giorni e cerca solo l’oblio del silenzio, quando la morte di due ragazzi nella notte di Natale lo scuotono e lo portano a dirigere il suo ultimo concerto con i ragazzi di “Silencio Musical“, un’orchestra di ragazzi sordi. Ed è a loro che il direttore intende consegnarsi dirigendo l’Ode alla gioia con la lingua dei segni che diventerà così la più alta espressione della musica del silenzio.

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